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sabato 20 giugno 2009

Turista morì folgorata a Malfa A giudizio i comproprietari della casa.Sono i congiunti di un'ottuagenaria condannata in precedenza

(Gazzetta del Sud- Leonardo Orlando) Il Gup del tribunale di Barcellona Marisa Salvo ha rinviato a giudizio, su richiesta del pm Olindo Canali, due sorelle di Malfa, Clorinda e Bianca Cafarella di 53 e 56 anni, perché devono rispondere di omicidio colposo generato dalla tragica vicenda della morte di una giovane turista piemontese, Claudia Paganelli 24 anni di Biella, in vacanza alle Eolie, sull'isola di Salina, folgorata il 19 agosto del 2003 da una scarica elettrica mentre stava facendo la doccia in un piccolo magazzino trasformato in appartamento situato nel Comune di Malfa. Le due sorelle sono finite sotto processo, quali comproprietarie dell'immobile gestito assieme alla loro madre, a seguito di indagini difensive esperite dal difensore di parte civile, l'avv. Guglielmo D'Anna che nel processo assiste i genitori della ragazza.
In precedenza infatti l'unica proprietaria dell'immobile identificata, Maria Giuseppa Randazzo 83 anni, che aveva dato in affitto il monolocale privo delle più elementari misure di sicurezza, era stata riconosciuta colpevole di omicidio colposo con sentenza di condanna a 2 anni di reclusione. L'imputata, inoltre, era stata condannata al pagamento di una provvisionale dichiarata immediatamente esecutiva di 400 mila euro in favore dei genitori della vittima.
Con il rinvio a giudizio deciso ieri le due sorelle saranno processate a Lipari il prossimo 24 novembre. Claudia Paganelli, 24 anni, bancaria di Biella, i cui genitori ieri erano presenti in aula, aveva scelto le Eolie come meta delle sue vacanze d'agosto. Una volta giunta sull'isola aveva preso in affitto un monolocale messo a disposizione dei turisti dall'anziana proprietaria e dalle due figlie. La vacanza ha avuto un esito tragico perché, quando la giovane donna ha utilizzato la doccia è morta fulminata da una scarica elettrica. Le indagini hanno stabilito, con l'autopsia prima e con una consulenza tecnica dopo, che l'impianto elettrico del monolocale dato in affitto era sprovvisto del meccanismo di sicurezza, il cosiddetto salvavita. L'intero impianto elettrico, come spesso accade nelle isole, non era a norma tanto da provocare una dispersione di energia che ha folgorato la vittima.