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domenica 24 giugno 2012
Ambiente. Nel 2011 13 mila reati contro il mare, uno ogni 2 km
Un campanello d'allarme che suona 36 volte al giorno, in media ogni 2
chilometri di costa: nel 2011 sono stati 13.149 i reati ambientali
compiuti a danno del mare e delle coste italiane. Scarichi fognari non
depurati, ingiustificate o illegali colate di cemento che deturpano le
coste, rifiuti, privatizzazione del demanio e pesca illegale:
l'integrità del nostro prezioso ecosistema marino è sotto costante
minaccia. E' la fotografia che emerge da 'Mare Monstrum 2012', il
dossier sugli abusi che passa in rassegna i principali nemici del mare e
delle coste, basato sul lavoro delle Forze dell'ordine e delle
Capitanerie di porto. Il rapporto è stato presentato questa mattina
durante la conferenza stampa di lancio dell'edizione 2012 della Goletta
Verde di Legambiente. La tipologia di reato maggiormente riscontrato
riguarda la pesca di frodo (quasi 5mila infrazioni), seguita
dall'abusivismo edilizio sul demanio con 3.171 illeciti e dalla mancata
depurazione con 2.669 violazioni. In totale nel 2011 per i crimini
commessi ai danni del mare si contano 15.790 tra denunciati e arrestati e
3.870 sequestri. La Campania, con 2.387 reati pari al 18% del totale
nazionale, è prima regione nella 'black list', con 5 reati ogni
chilometro di costa: seguono la Sicilia (1.981 infrazioni), Puglia e
Calabria (rispettivamente con 1.633 e 1.528 illegalità riscontrate). Le
quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa totalizzano insieme
oltre il 57% del totale nazionale dei reati. Per il ventisettesimo
anno consecutivo, la Goletta Verde di Legambiente (realizzata anche con
il contributo di COOU, Consorzio Obbligatorio Oli Usati) ritorna a
navigare per schierarsi contro i pirati del mare, che sfruttano in ogni
modo a fini privati un bene pubblico insostituibile. Il consueto periplo
dello Stivale partirà il 23 giugno da Imperia e si concluderà il 14
agosto a Trieste, un viaggio in 26 tappe da nord a sud della Penisola
per dar seguito alle tante battaglie in difesa dell'ecosistema marino e
del territorio che Legambiente porta avanti dal 1986, denunciando,
informando, coinvolgendo i cittadini con l'auspicio di promuovere esempi
positivi all'insegna della sostenibilità ambientale. "Le magnifiche
coste del nostro Paese sono purtroppo lambite da un mare di illegalità.
Anche quest'anno con la Goletta Verde affronteremo tutte le criticità
che incombono sul nostro ecosistema marino e costiero", dice Rossella
Muroni, direttrice generale di Legambiente: "In particolare, punteremo i
riflettori sull'abusivismo e la speculazione edilizia che imperversano
lungo la costa e che sono una vergogna nazionale che non conosce eguali
in nessun altro paese europeo. Accanto al vecchio abusivismo proseguono
le colate di cemento: solo nel 2011, i sequestri in materia urbanistica
sulle coste sono stati 1.298, quasi quattro al giorno. Secondo i dati
nazionali del Cresme, lo scorso anno nel nostro Paese si sono commessi
25.800 nuovi abusi, pari al 13,4% del totale costruito, con un giro
d'affari stimato in circa 18,3 miliardi di euro". Per Stefano Ciafani,
vice presidente nazionale di Legambiente, "il cemento abusivo non è
l'unico pericolo che minaccia il nostro patrimonio marino e costiero: ci
sono anche gli scarichi fognari non trattati: attualmente la copertura
di depurazione arriva solo al 76% del totale del carico inquinante
prodotto, con l'82% nel Nord, il 79% al Centro e il 66% circa nel Sud e
Isole, senza considerare l'aggravarsi del problema nel periodo estivo,
quando l'afflusso di turisti nei centri costieri porta i depuratori al
collasso. A questi, si aggiunge il rischio di nuove trivellazioni
petrolifere in mare grazie al recente Decreto Sviluppo voluto dal
Ministro Corrado Passera, che riapre la procedura di ricerca ed
estrazione di idrocarburi bloccati dalla Legge approvata nel 2010 dopo
il disastro del Golfo del Messico". "Un'altra emergenza - continua
Ciafani - riguarda la sicurezza in mare non garantita dal Decreto rotte,
un provvedimento nato sulla scia dell'emozione dopo la tragedia della
Costa Concordia al Giglio ma che non tutela, ad esempio, gioielli come
Capri, l'isola di S. Pietro, Pantelleria e tutto l'arcipelago delle
Eolie, e che è stato ulteriormente ammorbidito prevedendo la possibilità
per le Capitanerie di porto di disporre deroghe e misure alternative
alla regola di navigazione a 2 miglia dalle coste protette"
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