Dove mi sembra di non essere più d’accordo è quando pare che Lino assolutizzi il discorso della fede. Ogni fede, per sua natura, è portata ad assolutizzare. A me sembra invece che questa sia la caratteristica non delle fedi ma delle ideologie e che ci possa essere invece una fede che sia tollerante, aperta al dialogo, capace di mettersi continuamente in discussione. Questa è stata la scommessa della mia vita ed in questo credo. So che è difficile ma non è impossibile. E’ il messaggio di Gesù e per questo lodava il pubblicano e criticava il fariseo, uomo delle certezze. Ma senza arrivare a Gesù lo stesso potrebbe dirsi di Gandi che è un esempio di tolleranza in assoluto ma non si può dire che non fosse un uomo di fede.
Ma al di là di queste precisazioni credo che Lino abbia assolutamente ragione in relazione alla politica ed anche alla politica locale. Durante l’ultima campagna elettorale ho cercato di promuovere un confronto fra posizioni diverse che però mi sembrava potessero convergere in un progetto di sviluppo condiviso per le nostre isole fondato sui valori della legalità, della solidarietà, della sostenibilità. Questo richiedeva che si andasse al di là di pregiudiziali e ci si confrontasse sui problemi concreti. Non volevo mettere d’accordo chi aveva governato con chi aveva fatto l’opposizione. Credo nell’importanza dell’alternanza ed è giusto che chi ha fatto opposizione dimostri di saper governare e chi ha governato di sapere assolvere ad un ruolo corretto di opposizione. Ma fra i due nuclei visibili che si fronteggiano c’è tutta un’area grigia di incerti, di indecisi, di gente da coinvolgere che si riconoscono in esponenti che sono stati un po’ ondivaghi (che hanno appoggiato la maggioranza ma senza grande convinzione per cui in molti casi hanno votato con l’opposizione) oppure che sono venuti emergendo con una propria originalità strada facendo anche se provenienti da schieramenti strutturati. Mi riferisco, per essere più comprensibile, nel caso locale, al Faro e al Vento Eoliano. Per carità, sono due esempi con tutti i limiti e le approssimazioni degli esempi. Ma era una occasione per discutere ed approfondire, per capire che cosa sono le identità e cosa i valori e i progetti. Non è stato possibile e il progetto si è arenato. Poi è successo comunque che nel concreto degli schieramenti anche molti intransigenti hanno consentito a delle “contaminazioni” ma a condizione che non se ne parlasse, che tutto rimanesse sotto traccia. Ecco ciò che mi preoccupa nell’andazzo politico non è la salvaguardia delle identità di fronte alle “contaminazioni” che potrebbero essere una cura contro gli ideologismi e i dogmatismi, ma l’ipocrisia che tutto riduce a merce di scambio banalizzando idee e valori.
Michele Giacomantonio
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