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domenica 5 maggio 2013

Italia, quarto posto Ue per specie a rischio. Tra queste la lucertola delle Eolie


Bruxelles - Dalla lucertola delle Eolie alla lepre italica, fino al carpione del Garda e all’anguilla europea, passando per la pianta acquatica “Sisymbrella dentate”. Sono oltre 200 le specie minacciate di estinzione a livello europeo, che abitano in Italia. Dopo Spagna, Portogallo e Grecia, è il Belpaese a custodire un tesoro di biodiversità che rischia di scomparire per sempre dal vecchio Continente. A lanciare l’allarme è l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), che ha passato in rassegna la presenza nei 27 Stati membri delle specie in pericolo segnalate nella sua “Lista rossa”. Il risultato è che il maggior numero di animali e piante minacciati si trova nell’area critica del Mediterraneo.
«La sopravvivenza di diverse specie è a rischio - afferma Antonio Troya, direttore del centro Iucn per la cooperazione mediterranea - nel momento in cui i loro habitat subiscono gli impatti negativi delle attività dell’uomo. Questa è una sfida importante che i politici europei devono affrontare». Il rapporto dell’Iucn non usa mezzi termini: se l’Italia vuole salvare il suo patrimonio natura deve darsi da fare. «In quanto Stato membro l’Italia si è impegnata a fermare la perdita di biodiversità entro il 2020, ma è necessaria un’azione urgente per centrare questo target» riferisce l’Iucn, che chiede al Belpaese «investimenti considerevoli nella conservazione», a lungo termine. Secondo i dati dell’Iucn, l’Italia ospita circa 67.500 specie di piante e animali, che rappresentano circa il 43% di quelle descritte in Europa, più o meno il 4% di quelle del Pianeta. Il 35% delle specie a rischio della famigerata “Lista rossa” europea dell’Iucn si trova in Italia, in alcuni casi, come quello di libellule, farfalle e coleotteri saproxilici, con percentuali molto elevate, intorno al 60%.
In un bilancio complessivo, il 10% delle specie a rischio a livello europeo in Italia risulta minacciata, un altro 10% ci è vicino, mentre due specie (Heleobia spinell e Prolagus sardus) si sono già estinte.
Il principale pericolo per la sopravvivenza per tante piante e animali è la perdita, frammentazione e degrado dell’habitat, che per le specie di acqua dolce include ad esempio le modifiche dei corsi d’acqua. Poi c’è l’agricoltura, l’urbanizzazione, il turismo, l’inquinamento e l’introduzione di specie “straniere”. «La conservazione funziona» spiega Simon Stuart dell’Iucn, facendo l’esempio del recupero della lince iberica in Spagna «passata dai 94 individui del 2002 ai 312 nel 2011». «L’Ue e gli Stati membri - conclude Stuart - hanno bisogno di continuare ad agire per proteggere l’inestimabile patrimonio naturale dell’Europa e l’Iucn è pronta a fornire la base scientifica e il sostegno necessari per aumentare questi sforzi».

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