Dal mare alla tavola i cittadini europei dovranno conoscere tutta la vita del pesce che finisce nel loro piatto. Per i pescatori invece l’attività dovrà essere sempre più trasparente anche perchè un sistema di controlli coordinati e armonizzati scatteranno lungo tutta la catena produttiva: sul mare, in porto, durante il processo di trasformazione, il trasporto, fino alla commercializzazione.
Sono questi alcuni elementi della riforma dei controlli nel settore della pesca in Europa varata dai ministri europei dopo 18 ore ininterrotte di negoziato.
Il risultato è duplice. Un giro di vite nei confronti di coloro che tentano di sfuggire alle regole rendendo più dissuasive le sanzioni "senza però appesantire l’attività dell’amministrazione e dei pescatori" ha tenuto a sottolineare il sottosegretario con delega alla pesca Antonio Buonfiglio. Inoltre - ha aggiunto - "si è riusciti a valorizzare la specificità della pesca italiana e della pesca italiana all’interno del Mediterraneo". Insomma, è soddisfatto il capo della delegazione italiana "per aver ottenuto gran parte delle richieste avanzate". Dopo l’accordo di oggi il testo definitivo verrà approvato il 19 e 20 novembre per entrare in vigore da gennaio 2010.
I capisaldi:
-UNITÀ DI CONTROLLO UNICA - Sarà responsabile della certificazione, elaborazione e trattamento dei dati e li trasmetterà in modo unitario alla Commissione Ue. In Italia la Direzione generale della pesca diventa l’autorità competente.
-PESCA SPORTIVA - Per la prima volta su richiesta italiana si è affrontato la questione della pesca sportiva e, benchè quel pescato non possa ancora rientrare nel calcolo delle quote di ogni paese, sarà regolamentata per accertarne la dimensione e valutarne l’impatto sui pescatori professionali e l’ambiente.
-CERTIFICAZIONI MOTORI - È un grande successo - dice Buonfiglio - in quanto risponde ad una esigenza ambientale e di risparmio energetico. Noi verificheremo lo stato della situazione di quelli italiani senza che questo comporti una penalità finanziaria per le imbarcazioni.
-VENDITA E PESATURA PRODOTTI - Scendono dal 20 al 10% i margini di tolleranza rispetto sulle stime di peso delle specie pescate. Per salvaguardare però la specificità del Mediterraneo dove la pesca è meno omogenea, ma nel rispetto della tracciabilità, l’Italia ha ottenuto che si possa seguire un metodo di campionatura realizzato tra lo Stato membro e Commissione Ue.
- CONTROLLO SATELLITARE - Il sistema, in aggiunta ad altri strumenti tecnologici, sarà obbligatorio sulle imbarcazioni superiori ai 12 metri. La dimensione però sale a 15 metri se l’attività si svolge nelle acque interne nel limite di 24 ore. Viene aescluso, salvo per il tonno rosso, la notifica da parte delle imbarcazioni quattro ore prima del loro rientro in porto quando escano in media per 8 ore.
-ISPEZIONI - Gli ispettori comunitari potranno partecipare ai controlli ma sempre accompagnati da ispettore nazionali.
- LICENZA A PUNTI - È stata introdotta tenendo conto, per la sua applicazione, dei principi giuridici sull’intenzionalità del comportamento soggettivo.
-SANZIONI - Saranno più dissuasive e proporzionate. Nel caso di un prima infrazione grave il ritiro della licenza è di due mesi per salire a 4 con la seconda infrazione, a 8 con la terza, a un anno con la quarta, ad una sospensione importante con la quinta.
- ADEMPIMENTI - Di fatto saranno a carico soprattutto della pesca industriale che in Italia rappresentano circa 3.000 imbarcazioni rispetto ai 14.000 della flotta italiana.
- TONNO ROSSO - In primo piano, a Lussembugo, anche le quote della pesca al tonno. "Sulla pesca al tonno rosso tutti devono rispettare le regole - i paesi Ue come quelli extra-Ue - altrimenti è meglio una moratori", dice il sottosegretario Buonfiglio in vista della riunione della Commissione internazionale per il tonno (Iccat) che si terrà il prossimo novembre in Brasile. Per Buonfiglio quindi, "se la politica sul tonno rosso non va bene, se sulla base dei dati scientifici risultasse chiaramente che il tonno rosso è una specie in estinzione - cosa che a noi non risulta - tanto vale sospendere la pesca ma non la commercializzazione come propone il Principato di Monaco".
Quest’ultimo ha infatti proposto di introdurre il tonno rosso tra le specie a rischio estinzione nell’ambito della Convenzione internazionale delle specie in pericolo (Cites) ma la richiesta è stata al momento respinta dai 27 stati membri in attesa di conoscere gli ultimi accertamenti scientifici sullo stato degli stock che l’Iccat deve presentare a novembre. Buonfiglio è comunque fiducioso anche perchè con il varo della nuova normativa Ue sulla pesca illegale che entrerà in vigore nel 2010 "si potranno imporre delle sanzioni commerciali ai paesi terzi che non hanno rispettato le regole e ai paesi importatori di tonno roso di quei paesi terzi".
Insomma l’Italia chiede una posizione ferma di Bruxelles affinchè l’Iccat prenda le misure necessarie per fare rispettare a tutti le limitazioni alla pesca del tonno rosso. Roma "ha anche chiesto di verificare lo stato degli stock sulla base di dati scientifici certi e di non buttare a mare anni di politica dell’Iccat". Buonfiglio ha poi confermato lo sforzo dell’Italia per raggiungere - in un’unica soluzione - l’obiettivo sul tonno fissato dalla Commissione europea. "Avremo raggiunto - ha spiegato - il 50% della riduzione della flotta che passa da 69 unità nel 2008 a 29 nel 2009 e a 22 nel 2011". Alla Commissione europea "abbiamo anche chiesto - ha aggiunto - che ottenga in sede Iccat un piano di adeguamento della flotta per tutti i paesi, altrimenti preferiamo che non sia neppure aperta la nuova campagna sul tonno rosso".
Il commissario europeo alla pesca Joe Borg ha subito replicato confermando che "l’Ue deve mantenere la leadership a livello Iccat, devono essere applichi piani di ricostituzione, ci vuole molta fermezza anche nei confronti dei paesi terzi che devono ridurre la flotta e fare gli stessi sforzi dell’Union europea".