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mercoledì 22 giugno 2011

Tirrenia, scontro Cin-D'Andrea

È scontro, sia pure con toni garbati, tra il commissario straordinario di Tirrenia, Giancarlo D'Andrea, e l'acquirente in pectore della società pubblica, ossia Compagnia italiana di navigazione (Cin), che nei giorni scorsi ha impresso uno stop, non si sa quanto temporaneo, all'acquisizione (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Il conflitto emerge nelle lettere che l'ad di Cin, Ettore Morace, e D'Andrea si sono scambiati venerdì scorso.
A una prima missiva, in cui il commissario chiedeva all'acquirente di firmare il contratto il 23 giugno, come d'accordo in precedenza, Cin ha risposto sottolineando che l'ingresso sul mercato di Saremar, società ex Tirrenia, oggi controllata dalla Regione Sardegna, sulle rotte Porto Torres-Vado Ligure (che viene inaugurata oggi) e Civitavecchia-Golfo Aranci (già operativa), avviene con «tariffe che alterano in modo rilevante il quadro concorrenziale» e «non sono stabilmente sostenibili, se non con il finanziamento delle rotte attraverso fondi pubblici». Cin spiega, poi, che aveva fatto affidamento sulla volontà, da parte del ministero dello Sviluppo economico, «di procedere a puntuali contestazioni delle violazioni di legge e del disposto della convenzione commesse da parte della Regione Sardegna e di Saremar e a disporre le relative sanzioni», nonché sull'intenzione del ministero «di inserire nello schema di convenzione previsioni a tutela di Cin, una volta divenuta acquirente di Tirrenia», contenenti «l'impegno dei ministeri vigilanti di prevenire e sanzionare lo svolgimento, da parte delle compagnie regionali, di attività estranee alle convezioni e/o svolte in violazione della legge». Questi temi, prosegue Cin, non sono stati risolti e pertanto la compagnia reitera la richiesta di definire le questioni «prima di dare seguito all'offerta di acquisto presentata – la cui validità è, allo stato, oggetto di valutazione – e procedere alla sottoscrizione del contratto».
D'Andrea, però, non ci sta. E, sempre venerdì 17 giugno, risponde, per iscritto, che i temi sollevati da Cin non «sono mai stati considerati e comunque citati come presupposti o condizioni dell'offerta» e dell'aggiudicazione; e aggiunge che le società regionali «possono liberamente esercitare attività d'impresa nel settore del cabotaggio marittimo sulle rotte ritenute più profittevoli, al di fuori del regime convenzionale in essere». D'Andrea conclude rinnovando «l'invito a voler sottoscrivere il contratto nella data a suo tempo concordata». Insomma, muro contro muro. E nello scontro entra anche la Sardegna.
«La concorrenza che facciamo a Tirrenia con Saremar – afferma il governatore sardo Ugo Cappellacci – è alla stregua di quella che farebbe qualsiasi privato. Abbiamo infatti creato una contabilità separata tra le rotte sovvenzionate (quelle per le isole minori, ndr) e le due linee verso il continente, che non avranno sovvenzioni. Del resto, siamo stati costretti a gestire inhouse Saremar per opporci al caro-traghetti imposto dalle altre compagnie che, a nostro parere può configurare, quello sì, un cartello». Per raggiungere un accordo, Cappellacci giudica praticabile l'ipotesi di un ingresso della Regione in Cin, col 10%, «a patto, però, che si stabiliscano regole con le quali la Regione possa far valere il suo peso per le rotte soggette a contributo». A fronte di un simile scenario, aggiunge,«ci potrebbe essere l'ipotesi di un ritorno di Saremar all'interno di Tirrenia. Ma finora si tratta di pura teoria». Nel frattempo, i sindacati manifestano preoccupazione per la frenata sulla privatizzazione e la giudicano «un altro capitolo di una gestione maldestra di tutta la procedura da parte del governo».

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