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domenica 27 maggio 2012

Il Pd verso il commissariamento In ballo c'è la strategia del partito per le Regionali. Prime scintille nel PdL

Mario Cavaleri - Gazzetta del sud (Palermo)
I partiti cominciano a sentire il fiatone sul collo e si colgono timidi segnali di una fase nuova in cui ciascun deputato potrebbe finalmente rifiutare il ruolo di yes man, per esercitare in piena autonomia e libertà il proprio mandato. Stamattina una prova la si avrà nell'assemblea del Pd, chiamata a pronunziarsi sulla mozione di sfiducia al segretario regionale Giuseppe Lupo, firmata da 188 dirigenti. Sarà un'operazione verità, senza ipocrisie?
La vicenda è precedente alle Amministrative e riguarda il sostegno al governo Lombardo prima, la gestione delle Primarie poi nell'impazzimento generale: il segretario nazionale Bersani, con Lupo appresso, voleva la candidatura di Rita Borsellino; nella sfida ha avuto la meglio Fabrizio Ferrandelli sostenuto da quella parte del Pd che chiede la testa del segretario.
L'aver "perso" le primarie ma "vinto" la battaglia finale con Leoluca Orlando ha ritonificato Lupo e i suoi sostenitori, così da rinunciare a quel proposito iniziale di offrire le dimissioni subito dopo il voto e affrontare la riunione di oggi con spirito più combattivo.
Lupo infatti non intende lasciare, dopo che il risultato elettorale ha bocciato i suoi avversari interni. Fronte che oggi dovrà dimostrare se è ancora unito. Perchè da settimane il gruppo "Innovazioni" che fa riferimento a Cardinale, Papania, Genovese sembra volersi differenziare dal duo Beppe Lumia- Antonello Cracolici, fautori dell'appoggio all'esecutivo dei tecnici. Le due correnti condividono l'obiettivo di dimissionare Lupo ma non più le strategie del dopo.
In ballo c'è la linea del partito nelle prossime regionali di ottobre: riconoscersi nella foto di Vasto e virare quindi a sinistra per un patto con Idv e Sel, magari allargato all'Udc? O strutturare meglio l'alleanza con i moderati del Nuovo Polo; o stringere accordi solo con l'Udc, cui non dispiace per il momento occhieggiare a destra e sinistra?
La risposta non verrà oggi, ma l'indicazione emergente sarà un segnale preciso.
Si decidono in queste settimane le sorti dei parlamentari regionali e dei potenziali candidati alle Politiche.
Sempre che i partiti che si dichiarano presìdi di democrazia, un qualche straccio di regola democratica la osservino e, per le Politiche (dove quasi certamente si tornerà a votare col "porcellum"), non ripropongano il metodo dell'imposizione dall'alto. Che significa dar luogo a situazioni aberranti già sperimentate con successo (degli interessati): il parlamentare non più candidabile per statuto (dopo tre mandati) lascia la poltrona ...alla figlia! È accaduto pure nel "democratico" Partito democratico!
Se la sinistra è allo sbando, non gode di migliore salute il fronte dei moderati.
Si affaccia forse un'operazione verità anche nel Pdl. Ieri il presidente dell'Ars Francesco Cascio ha chiesto un cambio di segreteria regionale e ha invitato tutti i dirigenti a fare un passo indietro, riconoscendo la sconfitta subita alle Amministrative. Lui stesso ha rinunciato a proporsi per la presidenza della Regione.
Il capogruppo Innocenzo Leontini, finora tra i più ortodossi osservanti della linea di partito, sbotta in un tuonante "basta": ha detto chiaramente che la misura è colma con i «partiti che fanno le loro scelte in solitudine e le fanno apprendere ai loro dirigenti attraverso le colonne dei giornali oppure a "Porta a Porta". In disaccordo con Cascio non ritiene bastevole sostituire tizio con caio perchè si continuerebbe lo stesso a prendere pesci in faccia dall'elettorato che non gradisce più nulla. Occorrono cambiamenti del sistema. E cambiare intanto la legge elettorale che ha annullato l'intera classe parlamentare sottraendola alle scelte del popolo per renderla ostaggio dei vertici». Leontini invita quindi a tornare al «dialogo col popolo, che altrimenti non sarà più delle libertà ma delle schiavitù». Nel partito berlusconiano, linguaggio inedito e dirompente, inusitato fino a qualche mese addietro. La scomposizione è dietro l'angolo.
E a proposito di leggi elettorali farsa, il vice-coordinatore nazionale di Fli Fabio Granata sollecita l'immediata riforma di quella sulle Amministrative: «Entro l'estate l'Ars cambi con piccoli accorgimenti la legge elettorale. Non può scattare un premio di maggioranza così sproporzionato sulle liste del sindaco. Un vulnus evidente alla democrazia: candidati con migliaia di preferenze non eletti ,consiglieri comunali eletti con una decina di voti di preferenza. Una follia».

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