Il presidente dell'Istituto di geofisica e vulcanologia attacca il direttore dell'Enea, Martelli, che aveva parlato di un sisma prevedibile in Sicilia e Calabria dalla forza devastante che si sarebbe potuto verificare "a breve"
di TURI CAGGEGIE' una risposta dura e diretta che sembra aprire un fronte di scontro con l'Enea, altro ente di ricerca pubblico: è stato infatti il direttore del centro ricerche Enea di Bologna, Alessandro Martelli, a "predire" che un terremoto catastrofico, molto più forte di quello dell'Emilia o dell'Aquila, possa colpire "nei prossimi mesi o in un anno o forse due", le estreme regioni meridionali italiane. A supporto Martelli ha citato i risultati di tre algoritmi utilizzati da varie equipe impegnate sul fronte della previsione dei terremoti. Una "previsione" che ha scatenato ansia e paura soprattutto sul web, dove la notizia è rimbalzata e condivisa di bacheca in bacheca su Facebook e di tweet in tweet, provocando commenti e discussioni a valanga.
Gresta però ha deciso di accantonare la diplomazia e smentire seccamente queste affermazioni, con dichiarazioni
E anche quest'area, come tutta la Sicilia orientale e la Calabria meridionale, è tra zone considerate a maggior rischio sismico in Italia. Parecchi terremoti distruttivi hanno colpito queste zone: nel 1693 fu rasa al suolo la Sicilia sud orientale, nel 1783 una scossa devastò la Calabria e Messina, e nel 1908 un altro sisma catastrofico colpì Messina e Reggio Calabria facendo quasi 100 mila morti. Tutti terremoti vicini o superiori alla magnitudo 7.
Dunque, ha argomentato Gresta, "sappiamo che la Sicilia orientale è ad alto rischio sismico, ma lo sappiamo non perché ora sarebbe stato messo a punto un esperimento scientifico, ma da quello che ci dice la storia. Le previsioni attualmente hanno un margine di errore e di incertezza troppo ampio per poter essere utilizzate nella pratica. E chi ha fatto quelle previsioni non ha detto quanti falsi allarmi ha generato negli anni quello strumento, quante volte è stato previsto un evento che poi non si è verificato. E che facciamo, spostiamo milioni di persone per due anni e blocchiamo mezza Italia per un evento che magari poi non si verificherà?"
Anche l'Ingv, ha annunciato Stefano Gresta, adesso sta sperimentando un algoritmo di previsione che, relativamente alle zone colpite dell'Emilia, dà una certa probabilità del verificarsi di un terremoto di magnitudo superiore a 4 o a 5.5: "Vi posso dire che nelle prossime 24 ore c'è il 28% di probabilità per un sisma di magnitudo 4 e l'1% per la magnitudo 5.5, ma si tratta solo di probabilità. E noi adesso daremo ogni giorno questi dati alla Protezione civile". Ma, ha ammonito il presidente dell'Ingv, "bisogna fare attenzione a chi fa allarmismo e per quali fini. Fare prevenzione è giusto e va fatto prima possibile, ma non può essere un solo Ente a ricevere i fondi per farla".
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