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mercoledì 24 ottobre 2012

Tasse: Non si può sempre caricare sul somaro zoppo!! (di Caterina Conti)

Al Sig. Sindaco del Comune di Lipari Rag. Marco Giorgianni 
Ai Sigg. Assessori 
Al Presidente del Consiglio Comunale Geom. Adolfo Sabatini 
Ai Componenti del Consiglio comunale 
Ai Cittadini dell’Arcipelago Eoliano( escluso i “Salinari”) 
Questa mia non è indirizzata ai funzionari addetti, perché tutti loro conoscono perfettamente la situazione. Da qualche anno a questa parte si è sempre andato raccontando che le difficoltà del Comune di Lipari scaturivano dal mancato pagamento della Tarsu da parte degli albergatori. Niente di più falso. Non devo insegnare a nessuno che una volta stabilite le cifre che ogni utente deve pagare, queste vanno iscritte a ruolo e il Comune sa che può contare su quelle cifre, e che queste poi vengono per suo conto riscosse regolarmente dalla Serit. A questo va puntualizzato quanto segue: 
1)I vecchi alberghi tipo La Sirenetta di Stromboli, il Cincotta di Panarea, il Conti di Vulcano sono stati a suo tempo valutati dal punto di vista della rendita catastale come se sorgessero a Largo Chigi a Roma o a Piazza Duomo a Milano, cioè con delle valutazioni enormi. Nei decenni abbiamo cercato di ridurre queste valutazioni e ci siamo riusciti solo molto parzialmente. 
2)Al punto sopra si aggiunge che le superfici ai fini della Tarsu dei suddetti alberghi sono state misurate con estremo scrupolo perfino i vani delle finestre, vialetti, terrazzi coperti e scoperti( quest’ultimi mi sembra che le case private non li paghino). In questo modo quegli alberghi che hanno dato ampio respiro ai clienti senza costringerli in spazi più angusti, mentre avrebbero dovuto essere premiati, sono stati penalizzati. 
3) Le superfici degli alberghi adibite a cucine e bar , hanno sempre pagato la Tarsu, cifre diverse e superiori di quelle abitative. 
4) Le attività alberghiere hanno pagato la Tarsu sempre per 12 mesi all’anno indipendentemente dal tempo di reale apertura delle strutture, quindi le attività di Alicudi e Filicudi , etc hanno sempre pagato per 12 mesi. La Federalberghi ha chiesto nel tempo di rendere questa situazione più equa malgrado le varie cause vinte poi rigettate non è mai riuscita ad ottenere un riconoscimento a questa marcata ingiustizia. Le attività esclusivamente alberghiere senza ristorante e bar producono delle quantità di spazzatura irrisorie uguali a quelle di una normale famiglia. Esiste anche una sentenza della Cassazione, la quale afferma che le attività alberghiere devono pagare in base alla stagionalità. Infatti ogni titolare di attività decide in base alle richieste il periodo per il quale intende lavorare. Solo adesso si è potuto rilevare ( meglio tardi che mai) che vi sono nelle isole, tanto per cominciare, ben 30.000 mq di superficie che non risultano da nessuna parte e che fino ad ora probabilmente potrebbero non avere pagato né ICI né Tarsu. E questo è emerso da un primo rilevamento che sicuramente in seguito darà altri frutti. E allora questa gente che sino ad oggi non ha mai pagato nulla o quasi a discapito di quei fessi/onesti che hanno pagato per tutti. 
Non è ammissibile che un albergo 3 stelle che lavora 4 mesi l’anno, debba pagare un canone solo di Tarsu di oltre € 25.000,00(oltre contributi, stipendi, acqua, luce e ICI). Le attività alberghiere costituiscono l’unica fonte ufficiale della forza-lavoro dell’arcipelago, occupando un numero che ha garantito la sopravvivenza anche invernale a un buon numero di famiglie eoliane. Poichè il ristorante rappresenta il maggior numero di personale occupato,già da quest’anno alcuni alberghi lo hanno chiuso. 
Cosa succederà alla nostra economia se il prossimo anno altre attività alberghiere saranno costrette a a chiudere il ristorante e a restringere ancora di più il periodo di apertura, non riuscendo a sopportare ulteriormente costi a vuoto? La stagione appena trascorsa in aggiunta alle ultime è stata terribile per la riduzione delle presenze e le incertezze degli arrivi. Andiamo incontro ad inverni bui e tristi, dove sarà difficile garantire il lavoro durante i sei mesi estivi. C’è anche da dire che il sottobosco che ha sempre lavorato in nero è sopravvissuto anche se parzialmente, al governo Monti. Non si può sempre caricare sul somaro zoppo!! Al tutto si aggiunge l’imperversare dei barconi che ancora oggi sino a notte fonda continuano a navigare a pieno carico, vendendosi il soggiorno di 1 settimana alle Eolie con la visita di una sola giornata. E allora , pregherei tutte le persone a cui è indirizzata questa mia, di non trattare l’argomento con superficialità perché la situazione è tragica e prego i miei concittadini , quelli abusivi e non, di farsi un esame di coscienza pensando che se facciamo tabula rasa del territorio, prima o poi questo ricadrà su tutti. 
 Con affetto. 
Caterina Conti

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