Fondazione Grimaldi, il 27 ottobre presenta il romanzo “La Maledizione di Mezzapica” di Paolo Chicco. Alla presentazione del libro di ambientazione eoliana seguirà la proiezione del primo filmato al mondo girato in subacquea alle Eolie dalla Panaria Film
Una moderna odissea ambientata a Filicudi, il cuore selvaggio delle isole Eolie, quella raccontata da Paolo Chicco nel suo primo romanzo “la Maledizione di Mezzapica”, che sarà presentato sabato 27 ottobre alle ore 18.00 al Palazzo Grimaldi (Corso Umberto, 106).
Interverranno l’autore, Tonino Di Raimondo (Associazione Rionarte), l’artista Marcel Cordeiro e Letizia Carrara (Giornale di Sicilia). Gli attori Ornella Fratantonio ed Ernesto Ruta leggeranno alcuni brani tratti dal libro. Nel corso della serata sarà proiettato il primo filmato al mondo girato in subacquea alle Eolie della Panaria Film, concesso dal principe Francesco Alliata di Francavilla. L’evento è organizzato dalla Fondazione Grimaldi e da Fausto Lupetti Editore, in collaborazione con Rionarte, l’Agenzia Newooma Giornalismo e la Libreria La Talpa. Al termine, rinfresco con i vini offerti da Diego Planeta.
Da sempre isole di miti, le Eolie fanno parte dell’immaginario letterario, dove l’anima greca riappare dalle viscere di quelle terre vulcaniche affiorate nella notte dei tempi. Paolo Chicco, avvocato penalista torinese, è approdato a Filicudi negli anni Settanta e ne è rimasto profonamente affascinato. In quest’opera prima, che si snoda in forma di sette racconti con un comune filo conduttore, l’autore ha saputo cogliere e interpretare con fine ironia momenti di vita isolana, passioni, perdite e tradimenti di un pugno di uomini che, gettati lì dal caso o dal destino, affrontano il dramma della vita.
Le storie si dipanano nella prima metà del secolo scorso, quando l’isola da fiorente divenne sempre più desolata a causa dell’emigrazione. Ma il libro racconta anche un mondo ancestrale, in cui aspetti magici e misteriosi della vita, quali il senso del destino, l’invidia degli dei e l’incantamento magico, servono a spiegare situazioni ed eventi che altrimenti sfuggirebbero a una spiegazione razionale. Molti di questi personaggi sembrano schiacciati dal peso di una maledizione, prima fra tutte quella di doversi affidare al mare, nella vita e nella morte.
Terra di emigrazione, coste dalle quali ci si imbarca per non tornare, o al contrario si approda in un confino forzato, con identità nascoste come i mafiosi che si fingono turisti, case un tempo “vive” e ora abbandonate, uomini e donne che recitano il loro ruolo di maschi e di “fimmine”. E su tutto, regna quel mare calmo o furioso, acque misteriose davanti alle quali avvolgersi in un amplesso amoroso o gorghi minacciosi che allontanano l’unica certezza di un’isola, l’approdo della nave – speranza –disperazione, la nave che tutto conduce e tutto porta via.
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