L’ex pm di Mani pulite condannato a risarcire un condannato per favoreggiamento aggravato. Questo lo strano intreccio, lo “scherzo” della legge e del destino, che ha come protagonistiAntonio Di Pietro e Totò Cuffaro.
La prima sezione del Tribunale di Palermo ha condannato il primo per diffamazione ai danni del secondo: Di Pietro, infatti, inserì sul proprio sito internet un video presente su Youtube, dal titolo “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” . Il video aveva già scatenato contro l’allora senatore più di 4600 commenti di anonimi internauti, alcuni dei quali contenenti anche minacce di morte.
Cuffaro, per questa ragione, nel 2009, si era rivolto alla magistratura prima con un esposto contro gli anonimi internauti, e poi con un atto di citazione contro Di Pietro. Il pm aveva promesso tutela legale agli anonimi internauti autori dei commenti e nel corso del giudizio invocò per sè l’immunità parlamentareche gli fu negata. Simbolica la cifra, appena € 6.000, ma che costituisce un importante risarcimento morale per Salvatore Cuffaro.
Come si evince dalla sentenza i video in origine erano tre: Costanzo Show: “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone”; “La Mafia è Bianca – Totò Cuffaro contro Falcone da Rockpolitik”’; “Totò Cuffaro contro Giovanni Falcone”, caricati su Youtube da ignoti nel 2007. Quei tre video riproducevano il concitato intervento di un giovanissimo Salvatore Cuffaro nel corso della staffetta televisiva tra il Maurizio Costanzo Show e Samarcanda del settembre del 1991 condotta da Michele Santoro realizzata dopo la morte di Libero Grassi. Tra i presenti Giovanni Falcone. I video avevano suscitato più di 4600 commenti di anonimi internauti, alcuni dei quali contenenti anche minacce di morte (“Cuffaro deve fare la fine di Falcone”). Cuffaro nel 2009, si rivolse alla magistratura.
L’iniziativa giudiziaria di Cuffaro aveva però suscitato l’immediata reazione di Antonio Di Pietro, il quale, con un articolo pubblicato sul proprio sito internet, oltre a rilanciare l’accusa della inesistente aggressione verbale, aveva anche solidarizzato con gli autori dei commenti, promettendo loro di sostenerne tutte le spese legali.
Ma i titoli dei tre video presenti su Youtube, uno dei quali linkato da Di Pietro sul proprio sito internet, erano falsificazioni e inducevano in errore tutti gli internauti.
Per questa ragione il Tribunale di Palermo, I Sezione Civile, ha condannato, con sentenza n. 1742/2013, l’ex pm di “Mani pulite” a risarcire Salvatore Cuffaro.
“La notizia della sentenza – riferisce l’avvocato Salvatore Ferrara, che ha assistito l’ex presidente della Regione siciliana – è stata appresa con soddisfazione da Salvatore Cuffaro che ha sempre considerato Giovanni Falcone un eroe civile, un martire della giustizia ed un simbolo di fedeltà allo Stato ed alle Istituzioni, nei confronti delle quali lo stesso Cuffaro, anche nel momento della privazione della libertà, nutre profondo rispetto”
La prima sezione del Tribunale di Palermo ha condannato il primo per diffamazione ai danni del secondo: Di Pietro, infatti, inserì sul proprio sito internet un video presente su Youtube, dal titolo “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” . Il video aveva già scatenato contro l’allora senatore più di 4600 commenti di anonimi internauti, alcuni dei quali contenenti anche minacce di morte.
Cuffaro, per questa ragione, nel 2009, si era rivolto alla magistratura prima con un esposto contro gli anonimi internauti, e poi con un atto di citazione contro Di Pietro. Il pm aveva promesso tutela legale agli anonimi internauti autori dei commenti e nel corso del giudizio invocò per sè l’immunità parlamentareche gli fu negata. Simbolica la cifra, appena € 6.000, ma che costituisce un importante risarcimento morale per Salvatore Cuffaro.
Come si evince dalla sentenza i video in origine erano tre: Costanzo Show: “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone”; “La Mafia è Bianca – Totò Cuffaro contro Falcone da Rockpolitik”’; “Totò Cuffaro contro Giovanni Falcone”, caricati su Youtube da ignoti nel 2007. Quei tre video riproducevano il concitato intervento di un giovanissimo Salvatore Cuffaro nel corso della staffetta televisiva tra il Maurizio Costanzo Show e Samarcanda del settembre del 1991 condotta da Michele Santoro realizzata dopo la morte di Libero Grassi. Tra i presenti Giovanni Falcone. I video avevano suscitato più di 4600 commenti di anonimi internauti, alcuni dei quali contenenti anche minacce di morte (“Cuffaro deve fare la fine di Falcone”). Cuffaro nel 2009, si rivolse alla magistratura.
L’iniziativa giudiziaria di Cuffaro aveva però suscitato l’immediata reazione di Antonio Di Pietro, il quale, con un articolo pubblicato sul proprio sito internet, oltre a rilanciare l’accusa della inesistente aggressione verbale, aveva anche solidarizzato con gli autori dei commenti, promettendo loro di sostenerne tutte le spese legali.
Ma i titoli dei tre video presenti su Youtube, uno dei quali linkato da Di Pietro sul proprio sito internet, erano falsificazioni e inducevano in errore tutti gli internauti.
Per questa ragione il Tribunale di Palermo, I Sezione Civile, ha condannato, con sentenza n. 1742/2013, l’ex pm di “Mani pulite” a risarcire Salvatore Cuffaro.
“La notizia della sentenza – riferisce l’avvocato Salvatore Ferrara, che ha assistito l’ex presidente della Regione siciliana – è stata appresa con soddisfazione da Salvatore Cuffaro che ha sempre considerato Giovanni Falcone un eroe civile, un martire della giustizia ed un simbolo di fedeltà allo Stato ed alle Istituzioni, nei confronti delle quali lo stesso Cuffaro, anche nel momento della privazione della libertà, nutre profondo rispetto”
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