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lunedì 30 giugno 2014

Nella festività di S.Pietro e S. Paolo nella chiesa di S Pietro ricordati i 41 anni di sacerdozio del parroco Mons. Gaetano Sardella (di Michele Giacomantonio)

Una celebrazione particolarmente solenne quella che si è tenuta nella Chiesa parrocchiale di S. Pietro domenica sera 29 agosto alla presenza delle autorità civili e militarti e tanti fedeli attenti e partecipi. E questo non solo perché la Chiesa faceva memoria di due grandi Apostoli, S. Pietro e S. Paolo, ma anche perché si ricordava il patrono della Parrocchia e perché, ancora, il parroco Mons. Gaetano Sardella compiva 41 anni di sacerdozio tutti spesi al servizio della comunità liparese e per la gran parte in questa parrocchia.
La celebrazione è iniziata con un indirizzo di saluto che il dott. Michele Giacomantonio ha rivolto al Parroco.
“Mentre ringraziamo il Signore – ha detto Giacomantonio – per i frutti del sacerdozio di don Gaetano a beneficio di questa comunità e ci auguriamo che ancora a lungo possa dedicarsi alla sua missione, vorrei cercare di rileggere la sua vocazione sacerdotale alla luce della Parola di Dio che la Chiesa ci offre in questa liturgia.
La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli ci mostra come Dio mandi il suo angelo a liberare Pietro dalle catene del carcere. Caro don Gaetano, quante volte nella tua vita e nella tua missione hai avvertito che in un momento particolarmente difficile il Signore ti mandava il suo angelo a liberarti dalle catene di un impedimento fisico o spirituale o, anche, come dice il Salmo 33, dalle angosce e da ogni paura? E quante volte tu ci hai esortato ad avere fiducia nel Signore ed a liberarci da restrizioni, angosce, paure per andare avanti?
Questo è un aspetto importante della nostra fede che tu ci ricordi costantemente: non arrendersi mai di fronte alle difficoltà e quando non si riesce più a parlare agli uomini di Dio, è il momento di parlare a Dio degli uomini divenuti sordi.
Bisogna vincere le paure per professare la nostra fede. “Chi dicono che io sia?” chiede Gesù ai discepoli nel Vangelo di oggi. Chi sia Gesù e dove possiamo trovarlo è il tuo insegnamento centrale e costante di ogni giorno. Tu ci hai insegnato, ci hai esortato a cercarlo anche al di là delle confessioni religiose, anche fuori dalle chiese, nella misericordia che sboccia per le strade anche fra chi non ha fede, anche fra chi bestemmia. Perché, continui a ripetere, che ci sono bestemmie che sono preghiere. Gesù è lì dove la gente soffre, anzi è l’uomo sofferente, la donna che subisce violenza, i bambini abbandonati e abusati.
Grazie don Gaetano per quello che ci hai insegnato e continui ad insegnarci, per una fede non solo professata ma soprattutto praticata, per una fede che vince ogni paura e sa scorgere ovunque i segni del Regno. E ci auguriamo che, fra molti anni, quando il Signore vorrà, tu potrai dire con l’apostolo Paolo, come recita oggi la seconda lettera a Timoteo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” E’ il momento di ricevere dal Signore la tua corona di giustizia. Auguri ancora don Gaetano”.
Nella sua omelia mons. Sardella ha voluto ricordare che la celebrazione del patrono S. Pietro non si chiude  con la processione per le vie cittadine ma continuerà per tutto luglio ed agosto con una importante iniziativa: quella di tenere aperta la chiesetta del pozzo notte e giorno in questi due mesi perché chiunque voglia, possa andarvi a pregare in qualsiasi momento della giornata. Sarà come un pozzo di spiritualità al centro della cittadina dove chiunque potrà attingervi e dissetarsi.

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