Riceviamo e pubblichiamo:
Recentemente ho assistito al saggio spettacolo 2014 di danza organizzato dagli “Angel’s Dance” tenutosi nell’anfiteatro al Castello di Lipari.
Recentemente ho assistito al saggio spettacolo 2014 di danza organizzato dagli “Angel’s Dance” tenutosi nell’anfiteatro al Castello di Lipari.
Con mia grande sorpresa e
meraviglia ho notato la presenza di alcuni ragazzi – dotati di
casacca e berretto – con la scritta: “Protezione civile”.
Durante lo spettacolo,
con ammirevole dedizione e spirito di servizio, invitavano gli
spettatori “indisciplinati” a liberare le vie di fuga o a non
arrampicarsi sulla ringhiera perimetrale.
Poi, in più occasioni,
il presentatore, su suggerimento della “Protezione civile
comunale”, invitava il pubblico a liberare le scale, per non
incorrere in “problemi”.
Premesso che chi scrive,
anche per passate esperienze personali, elogia e sostiene qualsiasi
forma di volontariato senza scopo di lucro, tuttavia, non può
avallare, né tollerare, l’utilizzo del “volontario” di
Protezione civile, con modalità difformi a quelle previste dalle
leggi vigenti.
Pur riconoscendo la
funzione positiva svolta in quel contesto appare “sconcertante”
l’utilizzo da parte del Comune di Lipari di volontari per
garantire, in qualche modo, la sicurezza degli spettatori durante un
pubblico spettacolo esponendoli inconsapevolmente a indebiti
sconfinamenti di competenza.
Giova ricordare, al
riguardo, solo per inciso, che ben altri sono gli accorgimenti
necessari a garantire la sicurezza pubblica nel corso di uno
spettacolo e ad altri è demandato il compito di controllare il
rispetto delle norme sulla sicurezza e di prevenzione degli incendi…
Chi, ha disposto
l’utilizzo di questi ragazzi volenterosi e ne ha fissato
preventivamente i limiti d’azione ?
Sarebbe troppo facile e
soprattutto ingiusto prendersela con chi era lì a offrire
gratuitamente il proprio tempo libero al servizio della cittadinanza.
Qualcuno, dunque, ha
organizzato il loro servizio, ha distribuito il vestiario, ha fornito
indicazioni operative.
A costui è sfuggito che
il volontario di protezione civile trova la sua ragione d’essere e
il suo presupposto, ma anche il suo limite, proprio nelle finalità
chiaramente espresse dalla legge, e cioè nello svolgimento di
attività “volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi
di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate e ogni altra
attività necessaria e indifferibile diretta a superare l’emergenza
connessa agli eventi “ (art. 3 c.1, della L. n.225/1992) e non
certamente in servizi di ordine pubblico e sicurezza all’interno di
uno spettacolo di danza e musicale.
Lipari ha grande bisogno,
del volontariato di P.C. formato, specializzato, motivato,
organizzato, dotato di mezzi e attrezzature, non ha, invece, bisogno
di palliativi che, probabilmente, servono solo per coprire lacune e
inefficienze dell’apparato comunale.
Chiedere al volontario di
P.C. di svolgere attività estranee e atipiche significa sminuirne
l’essenza, delegittimarne in partenza la dignitosissima funzione.
Far parte del sistema nazionale di P.C. è una cosa seria. Non è
esibire un emblema o una divisa ricevuta dopo aver apposto una firma…
Alla luce di quanto
sopra, ci si augura di non assistere più a casi similari, in caso
contrario, gli abusi saranno segnalati al Dipartimento Nazionale e
Regionale della Protezione Civile, nonché, alla competente Autorità
Giudiziaria.
Renato Cacciapuoti
NDD - Evidenziamo che, sull'argomento, altre lettere erano giunte in redazione, in occasione della Processione di Pasqua e di altri spettacoli di danza. Lettere che non abbiamo ritenuto di pubblicare perchè con firma apocrifa o anonima.
La redazione mette a disposizione analogo spazio per chi, direttamente interessato, intendesse replicare.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.