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martedì 22 febbraio 2011

Il tragico incidente di Lillo Malara e il ricordo (dalla Gazzetta del sud di oggi) di Bonfiglio-Sarpi-Petrungaro

Due morti sull'A20, giallo su camion pirata Le vittime sono Nino La Rosa (71 anni) di Pace del Mela ed Elia Malara (78 anni) di Lipari. Le indagini
Orazio Bonfiglio
villafranca tirrena
L'A20 miete altre due vittime. A distanza di poche ore dal vertice sulla sicurezza dell'autostrada che aveva visto allo stesso tavolo Cas e Polstrada, ieri mattina si è verificato l'ennesimo incidente mortale. A perdere la vita intorno alle 11,30 due pensionati che viaggiavano a bordo della stessa autovettura in direzione Palermo, poco prima del casello di Villafranca. La macchina avrebbe perso improvvisamente il controllo per poi ribaltarsi. Ma è giallo sulla dinamica del sinistro, dal momento che sull'asfalto sono evidenti (come mostra la foto) i segni della frenata di un mezzo pesante con il quale la "Mazda 2" di colore nero, finita sottosopra, si sarebbe scontrata. Le vittime sono Antonino (meglio noto come Nino) La Rosa, 71 anni, nativo di Milazzo e residente a Pace del Mela, ex autista di pullman, ed Elia (Lillo per gli amici) Malara, 78, di Lipari, ex impiegato delle Poste, deceduti in seguito al ribaltamento dell'automobile verosimilmente condotta dal La Rosa, che – sbalzato fuori dall'abitacolo –, è deceduto sul colpo. È stato ritrovato dai soccorritori lungo il selciato nei pressi del canale di scolo delle acque bianche che costeggia la carreggiata. Malara, soccorso a pochi metri dallo sportello lato guida della vettura è spirato intorno alle 13,30 al Policlinico di Messina dove non vi è stato nulla da fare per via delle gravi ferite riportate dopo il terribile urto. Entrambi i corpi si trovano adesso all'obitorio del nosocomio universitario.
Seppure in quel momento non piovesse, il manto stradale risultava ancora leggermente bagnato dall'acqua caduta in nottata e nelle ore precedenti. Non è chiara, come si accennava, la dinamica dell'incidente, alla quale stanno lavorando gli agenti della Polizia stradale della sezione Messina Boccetta. Diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti fra cui anche quella del coinvolgimento di un altro mezzo, forse un tir, che potrebbe aver urtato la Mazda nella parte posteriore e quindi provocato la perdita di controllo del mezzo da parte di La Rosa. Le indagini proseguono a ritmo serrato, come confermano dalla Polstrada. Qualcosa di più sull'eventuale "pirata" fuggito via, potrebbe giungere dalla telecamere Telepass della barriera di Villafranca da dove il mezzo pesante è transitato subito dopo l'urto. Ma tutto è ancora in fase di accertamento; e probabilmente ci vorrà parecchio tempo. Intanto, il pm della Procura di Messina Fabrizio Monaco ha aperto un'inchiesta sull'accaduto e disposto l'esame autoptico sulle salme.
L'incidente ha provocato pesanti rallentamenti e lunghi incolonnamenti dei mezzi in transito, poiché a quell'ora tanti sono i pendolari che viaggiano dalla città verso le abitazioni della periferia. Durante le operazioni di soccorso, a far defluire il traffico gli stessi agenti della Polstrada di Messina Boccetta, che hanno obbligato gli automobilisti a servirsi della corsia d'emergenza per diverse centinaia di metri, al fine di superare così l'area interessata al sinistro.
Non accenna dunque a diminuire la lunga scia di sangue sull'A20 Messina-Palermo che in questo inizio terribile di 2011 ha riguardato principalmente la zona nebroidea. Proprio la settimana scorsa il commissario del Consorzio autostrade siciliane, Calogero Beringheli, accompagnato dal suo staff, aveva presieduto il summit con il neo dirigente della Polstrada, Sergio Iannello, e i responsabili dei vari distaccamenti della Polizia stradale della provincia (Messina Boccetta, Giardini Naxos, Sant'Agata Militello) per cercare di mettere fine a questa catena infernale di incidenti mortali. Tra le proposte lanciate in occasione di quell'incontro, l'introduzione di tutor, messaggerie variabili, autovelox permanenti, video-sorveglianza, postazioni di pattugliamento nelle aree di sosta.
 
 Quel viaggio di ritorno dall'ospedale, ultimo atto di amicizia  
Salvatore Sarpi /Giovanni Petrungaro
«Ti accompagno io al Policlinico»; «Va bene, ci vediamo all'aliscafo». Due battute al telefono, giusto per organizzare la mattinata. Tra "Nino" e "Lillo", così come li chiamavano i tanti che li conoscevano, c'era una grande amicizia, nata tanti anni addietro quando Antonino La Rosa era autista di autobus e Malara, dipendente delle Poste in diversi uffici delle Eolie, giungeva sulla terraferma per recarsi a Messina.
Un rapporto che si è rafforzato negli anni al punto che per Lillo, l'amico Nino era il riferimento a Milazzo. Sapeva di poter contare su di lui sempre. E così ieri mattina, quando ha deciso di andare a Messina per far visita ad una delle sorelle ricoverate al Policlinico, ha chiamato l'amico che ha subito risposto: presente. All'arrivo di una delle prime corse mattutine dell'aliscafo proveniente da Lipari, Nino era già sul molo del porto mamertino ad aspettare Lillo. Il tempo di sorseggiare un caffè e poi in macchina sulla Mazda 2 che La Rosa teneva come una bomboniera per recarsi a Messina. Un viaggio tranquillo, l'arrivo all'ospedale e poi al termine della visita il rientro a casa. Quaranta chilometri percorsi tra una battuta e l'altra, come sempre. All'improvviso però è accaduto quello che nessuno mai poteva immaginare. E che ancora oggi appare difficile da ricostruire. Una tragedia che ha spezzato la vita di due persone che ancora credevano nei valori di un tempo. Due amici con lo stesso tragico destino.
La notizia dell'incidente si è subito diffusa a Milazzo e a Lipari. Nino La Rosa, pur abitando nella vicina Pace del Mela, passava buona parte della giornata dove era nato, al Capo. Aveva conservato l'amore per il mare e della pesca subacquea. Impegnato in cento cose, sempre pronto a mettersi a disposizione di chi aveva bisogno, disponibile al dialogo, come faceva quando era autista di pullman di linea o lavorava per le più importanti autorimesse sino all'ultimo impegno per l'Aias di Milazzo.
Sposato con Graziella Di Paola, era molto legato alle figlie Katia e Aliana. Di quest'ultima aspettava il prossimo matrimonio. Era particolarmente orgoglioso dell'attività giornalistica della primogenita, della quale amava conservare gelosamente gli articoli sulla "Gazzetta". Ed è stata proprio Katia che, avendo saputo di un incidente sull'A20, nel corso di una telefonata di servizio, ha dovuto apprendere bruscamente per prima che l'autista alla guida dell'utilitaria era proprio l'adorato papà. Un dolore senza fine che colleghi e amici non potranno lenire.
«A Milazzo trascorreva quasi tutta la giornata e soprattutto in estate rientrava a casa solo la sera – ricorda un suo amico autista, che opera nell'area del porto – quando vedeva tanti turisti arrivare nella nostra cittadina era contento. Si amareggiava quando assisteva a disservizi, come quelli per la stazione ferroviaria, e si offriva di accompagnare i turisti gratuitamente. Voleva insomma dare sempre una immagine positiva della città. Una persona generosa e altruista». Ieri sera a Pace del Mela, numerose persone hanno voluto condividere il dolore con la famiglia, che attende ancora di conoscere i dettagli della tragedia. I funerali si terranno verosimilmente giovedi, mentre domani dovrebbe svolgersi l'autopsia disposta dalla Procura.
Grande sconforto anche a Lipari, dove la notizia della morte di Elia Malara è arrivata nel primo pomeriggio. Un uomo mite e buono, così viene ricordato, Lillo, conosciuto e stimato da tutti per anni di intenso lavoro al servizio delle Poste nei vari uffici dell'isola. I più anziani lo ricordano sempre disponibile e gentile. Nelle ore non lavorative dava, sino a diversi anni fa, manforte alle sorelle (con le quali viveva) nella gestione di un negozio di generi alimentari proprio al centro del Corso Vittorio Emanuele. Lillo Malara era, inoltre, conosciutissimo nell'isola in quanto componente storico della Confraternita maschile di Maria SS. ma Addolorata nella quale ricopriva l'incarico di superiore. Sempre pronto e disponibile con tutti, era molto legate alle proprie sorelle e ieri mattina, nonostante le condizioni del tempo tutt'altro che buone, aveva deciso di spostarsi sulla terraferma per andare a trovare una di loro ricoverata a Messina.
Il suo rientro dopo qualche ora, evidentemente, era stato un segnale che tutto evolveva al meglio. Mai però avrebbe pensato che nel giro di pochi minuti, sarebbe dovuto tornare al Policlinico in condizioni talmente disperate che non gli hanno consentito di vincere la sua battaglia contro la morte.
 

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