Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Falcidiata dal
Commissario dello Stato la finanziaria regionale, approvata dall'Ars lo
scorso 18 aprile. In pratica, in gran parte dovrà essere rifatta. Non
basterà, infatti, abrogare le norme contestate e pubblicare quelle
rimaste com'è finora avvenuto. Sotto i colpi di scure del prefetto
Carmelo Aronica, infatti, sono caduti gli articoli 1, 6, 8 e 11 e una
ottantina di norme in essi inserite sottoforma di commi. Oggi l'Ars,
come concordato ieri dalla conferenza dei capigruppo, ai cui lavori
hanno partecipato il presidente della Regione Raffaele Lombardo e
l'assessore all'Economia Gaetano Armao, tenterà di rimediare ai danni.
Con un ordine del giorno, infatti, sarà autorizzato il governo a
promulgare e pubblicare la finanziaria senza le parti impugnate, che
però non sarà pubblicata subito. Contestualmente, saranno approvati
quattro disegni di legge al cui interno saranno inserite le norme utili
per sbloccare i documenti finanziari della Regione per lanno in corso.
Tanto la parte della finanziaria priva di impugnative quanto i quattro
disegni di legge che dovranno supportarla, saranno pubblicati solo dopo
la nuova verifica del Commissario dello Stato, fra otto giorni. In
particolare, fra le norme impugnate, vi è la proroga generalizzata per
il personale precario, che a giudizio del Commissario dello Stato
violerebbe il principio della "razionalizzazione e contenimento della
spesa pubblica". Dubbio di incostituzionalità anche per la norma che
trasforma i rapporti di lavoro da tempo determinato a indeterminato,
anche se il personale in procinto di essere stabilizzato senza alcuna
prova selettiva è stato assunto con contratto a tempo determinato, sulla
base di un concorso pubblico. Per il prefetto Aronica, infatti, "non
offre adeguate garanzie della sussistenza della professionalità
necessaria per il suo stabile inquadramento nei ruoli degli enti
locali". Pollice verso anche per l'introduzione di un regime
preferenziale, per quanto attiene agli emolumenti, in favore dei
dirigenti esterni, perché "il trattamento economico fondamentale e
accessorio è definito dai contratti collettivi". Il problema maggiore,
per cui dovranno essere trovati all'incirca 750 milioni di euro, è
rappresentato dall'impugnativa dei commi che autorizzavano l'assunzione
di un mutuo di 558 milioni e l'accantonamento negativo in bilancio di
192 milioni, che il governo prevedeva di coprire con gli introiti
derivanti dalla valorizzazione degli immobili della Regione. Per il
mutuo, ha spiegato l'assessore Armao, il rimedio è stato già avvistato.
In base ad una recentissima sentenza della Corte Costituzionale,
intervenuta mentre già i documenti finanziari erano in discussione in
aula, nella norma che ne autorizza l'accensione, bisognerà specificare i
singoli capitoli di bilancio per i quali è destinata la somma da
mutuare. Per i 192 milioni da accantonarsi negativamente, invece, la
soluzione è il taglio delle spese di riferimento. Ovvero, saranno
cancellati i 75 milioni del Fondo delle autonomie destinato ai comuni, i
cinquanta milioni per il trasporto pubblico e per i collegamenti con le
isole minori, i 12 milioni per l'ex Tabella H previsti
nell'accantonamento. Per cui, la spesa per le associazioni e gli enti,
già decurtata del 10 per cento, scende dai 45 a 33 milioni. "State
tranquilli - ha assicurato il presidente della Regione, conversando con i
giornalisti subito dopo la conferenza dei capigruppo - adotteremo tutte
le misure che è possibile adottare per evitare che si arrivi allo
scioglimento dell'Assemblea regionale siciliana". "L'impugnativa del
Commissario dello Stato - ha, quindi, aggiunto - è la inevitabile
conseguenza di un modo di procedere dell'Assemblea regionale, privo di
armonia. Avevamo presentato una finanziaria organica, ma si è preferito
procedere in un modo che possiamo definire alluvionale. Le proposte
formulate dal governo, nelle sue numerose formulazioni, erano sempre
dentro una visione del contesto economico e finanziario regionale in
grado di coniugare rigore e sviluppo. L'accelerazione verificatasi nella
notte finale e le spinte' da parte, purtroppo, di più di un deputato di
tutti i gruppi, nessun escluso, hanno prodotto uno stravolgimento non
solo di singole norme, ma soprattutto della coerenza del testo della
finanziaria che teneva in conto anche delle proposte positive giunte dai
gruppi parlamentari". "Il Bilancio - ha rilevato a sua volta
l'assessore Armao - ha tenuto. Le impugnative alla finanziaria
riguardano aspetti del documento che sono stati determinati dal
dibattito parlamentare. Alcune censure del commissario di Stato non le
condividiamo. Lavoreremo a un disegno di legge per riproporre tutti
questi elementi nella Finanziaria". "La bocciatura del bilancio da parte
del Commissario dello Stato – ha commentato il coordinatore regionale
dell'Udc Gianpiero D'Alia – conferma la fondatezza delle critiche e
delle preoccupazioni che abbiamo manifestato in questi mesi". "Penso -
ha aggiunto - che l'unica strada per salvare la Sicilia sia il
commissariamento della Regione. Occorrono, infatti, scelte dolorose e
immediate per garantire la tenuta dei conti pubblici siciliani".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.