Lo scorso 11 ottobre, come riportato dai
giornali online locali, nell’isola di Salina venivano tratte in salvo due
escursioniste, che riportavano varie ferite e contusioni per le quali una delle
due veniva trasportata con l’elisoccorso a Messina. Le operazioni di ricerca e
recupero venivano dirette e coordinate dal Capo servizio della Riserva
Naturale, Elio Benenati coadiuvato dal personale stagionale della Forestale,
dal 118 e da diversi volontari.
Sempre leggendo il comunicato
stampa si evince che, già a partire dalle 14.45 il Benenati era stato informato
dal medico di turno del PTE 118 di Santa Marina Salina.
Si trattava dunque del
recupero in una zona impervia e distante dalle strade principali di due
escursioniste straniere.
Lo scrivente si pone e pone
alcune semplici domande:
Come mai il suddetto Benenati
ed il medico del 118 non hanno allertato immediatamente i Vigili del Fuoco l’istituzione
statale preposta a tali soccorsi (vedi D.LGS. 139/2008) ?
Perché i Vigili del Fuoco
sono stati allertati solo dopo due ore circa e ad intervento di soccorso quasi
ultimato ?
L’attivazione immediata dei
Vigili del Fuoco avrebbe permesso un più rapido arrivo della squadra sui
luoghi, avrebbe inoltre garantito la presenza di personale qualificato sotto il
profilo sanitario per le prime cure sul posto (tecniche TPSS) e dotato di
attrezzature e competenze tecniche specifiche (SAF - Speleo-Alpino-Fluviali)
per il recupero in sicurezza delle malcapitate. Non meno rilevante è la
valutazione che potevano fare essendo sui luoghi per l’eventuale richiesta di
intervento del nucleo elicotteri del Corpo.
A scanso di equivoci nessuno
vuole sminuire il lavoro compiuto da coloro che a vario titolo, mossi da sani
intenti e validissimi conoscitori dei luoghi, hanno partecipato ai soccorsi,
tuttavia, a ognuno i ruoli e i compiti attribuiti dalle leggi vigenti.
Renato Cacciapuoti
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