Cerca nel blog

martedì 16 ottobre 2012

Scuola e TFR. I chiarimenti di Pavone

In merito alla nota di qualche giorno fa, trasmessa alla vostra redazione giornalistica sulla questione TFR riguardante il personale scolastico e alla luce di molti quesiti ricevuti dal personale interessato alla questione, ritengo doveroso precisare quanto segue: per evitare malintesi,interpretazioni non veritiere, ancora una volta l’Anief spiana la strada ai lavoratori della scuola proponendo tramite i rappresentanti sindacali del territorio ,le diffide per recuperare fino a 1.500 euro,attraverso la cancellazione della trattenuta che la consulta nei giorni scorsi ha reputato illegittima’.Ultima vittoria di chi crede nella difesa dei diritti dei lavoratori è contenuta nella sentenza della Corte Costituzionale n. 223 dell’11 ottobre 2012, attraverso cui è stato confermato quanto l’Anief, affermava da qualche tempo: le trattenute operate in busta paga dal 1° gennaio 2011 per il TFR sono interamente a carico del datore di lavoro, sia nel settore pubblico sia in quello
privato. Mentre da quasi due anni ai lavoratori della scuola lo Stato sottrae illegittimamente il 2,5% dello stipendio in busta paga.
In queste ore la stampa specializzata ha calcolato l’importo del rimborso che arriverà grazie alla sentenza della Consulta, prevedendo che il nuovo regime previdenziale si applichi a decorrere dal 1° gennaio 2013: i rimborsi vanno dal minimo di 669 euro per il collaboratore scolastico a inizio carriera agli 1.529 euro per i docenti di scuola secondaria di II grado alle soglie della pensione.
Per assicurarsi questi importi e il conseguente aumento dello stipendio - tra i 25 euro per il collaboratore scolastico neo assunto e i 55 euro per il docente della secondaria superiore a fine carriera – , derivante dalla ritenuta finalmente cancellata e messa a carica dello Stato, 

Anief mette gratuitamente a disposizione tramite i propri rappresentanti sindacali il modello di diffida da compilare e inviare all’Amministrazione, appositamente aggiornato dopo il fondamentale pronunciamento della Corte Costituzionale.
L’invio della diffida - ricordiamo - è requisito indispensabile per procedere, in caso di rifiuto dell’Amministrazione, a reclamare in giudizio quanto spettante. Con la speranza di essere stato chiaro nelle procedure da seguire,porgo cordiali saluti. 

Prof. Bartolo Pavone

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.