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martedì 11 dicembre 2012

La scuola e le intemperie (di Lino Natoli)


Con l'arrivo della brutta stagione bisogna stare attenti, fare cautela, evitare inutili strapazzi. La prudenza è richiesta in particolar modo per i soggetti più a rischio: vecchi, bambini ed insegnanti. Spesso sono questi ultimi a subire le conseguenze più fastidiose delle intemperie stagionali. Anche se gli impiegati di altri uffici più o meno pubblici non sono meno vulnerabili. Sarà il tipo di lavoro, fatto sta che la malattia è sempre in agguato, non di rado accompagnata dalla triste coincidenza del mare mosso e degli aliscafi che non partono. Le giornate di cattivo tempo e di collegamenti incerti scuotono i nervi da una sponda all'altra. Di là, dalla terra ferma, l'insegnante scruta l'orizzonte straziato tra il timore di affrontare la perigliosa traversata e il desiderio di restarsene a casa. Di qua, dalla sponda isolata, lo studente osserva il mare tempestoso prefigurando un'intensa giornata divisa tra tre ore di religione e tre di educazione fisica.
Dura la vita del pendolare, costretto ad oscillare tra gli affetti della famiglia e gli effetti del lavoro. Lavoro usurante quanto la miniera: alzarsi la mattina alle cinque per tornare a casa non prima del pomeriggio alle sei. Ma si sa, quello dell'insegnante non è solo un lavoro, è una missione. E le isole possono considerarsi a ragione terra di missione. Difficili da raggiungere, ma anche da abbandonare rapidamente se non si vuol perdere l'aliscafo dell'una e venti. Perché se perdi quello dell'una e venti poi ti tocca partire alle quattro e dieci: una tragedia. Qui la pedagogia agisce attraverso la testimonianza: Giovani! Coltivate la cultura, curate la conoscenza, appassionatevi al lavoro ma  ricordatevi che prima di tutto viene la famiglia.
Per non parlare poi delle isole più lontane, altro che terra di missione. Terre inesplorate, territori impervi densi di pericoli ed infidi trabocchetti. Rimanere impigliati in un ritardo significa dovervi trascorre giorni e notti, magari all'addiaccio, senza il conforto di una voce amica.
È intelligente ma è svogliato, potrebbe fare di più. Così una volta gl'insegnanti dicevano agli ansiosi genitori per spiegare che il loro figlio era un pò somaro. Potreste fare di più, adesso dicono i genitori agli insegnanti. Forse fare il vostro lavoro con più serenità, accettando l'idea che se gli aliscafi non partono si può anche rimanere una sera sull'isola. Decidere di andare al lavoro proprio quando minaccia mal tempo ed i collegamenti sono a rischio, per evitare così di abbandonare la scuola per giorni al suo destino. Concepire il proprio lavoro come un servizio pubblico essenziale, come quello del medico o del poliziotto. Avendo cura di osservare che il proprio comportamento, nel bene e nel male, sarà considerato esemplare da adolescenti che stanno formando il loro carattere e la loro coscienza civica.
Coraggio, il tempo sembra volgere al bello. Tutto tornerà regolare anche a Malfa, anche a Stromboli. Poi arriveranno le vacanze di Natale, se ne riparlerà al ritorno. Se se ne riparlerà.
Lino Natoli

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