Con l'arrivo della brutta
stagione bisogna stare attenti, fare cautela, evitare inutili strapazzi. La
prudenza è richiesta in particolar modo per i soggetti più a rischio: vecchi,
bambini ed insegnanti. Spesso sono questi ultimi a subire le conseguenze più
fastidiose delle intemperie stagionali. Anche se gli impiegati di altri uffici
più o meno pubblici non sono meno vulnerabili. Sarà il tipo di lavoro, fatto
sta che la malattia è sempre in agguato, non di rado accompagnata dalla triste
coincidenza del mare mosso e degli aliscafi che non partono. Le giornate di
cattivo tempo e di collegamenti incerti scuotono i nervi da una sponda
all'altra. Di là, dalla terra ferma, l'insegnante scruta l'orizzonte straziato
tra il timore di affrontare la perigliosa traversata e il desiderio di
restarsene a casa. Di qua, dalla sponda isolata, lo studente osserva il mare
tempestoso prefigurando un'intensa giornata divisa tra tre ore di religione e
tre di educazione fisica.
Dura la vita del pendolare,
costretto ad oscillare tra gli affetti della famiglia e gli effetti del lavoro.
Lavoro usurante quanto la miniera: alzarsi la mattina alle cinque per tornare a
casa non prima del pomeriggio alle sei. Ma si sa, quello dell'insegnante non è
solo un lavoro, è una missione. E le isole possono considerarsi a ragione terra
di missione. Difficili da raggiungere, ma anche da abbandonare rapidamente se
non si vuol perdere l'aliscafo dell'una e venti. Perché se perdi quello
dell'una e venti poi ti tocca partire alle quattro e dieci: una tragedia. Qui
la pedagogia agisce attraverso la testimonianza: Giovani! Coltivate la cultura,
curate la conoscenza, appassionatevi al lavoro ma ricordatevi che prima di tutto viene la
famiglia.
Per non parlare poi delle isole
più lontane, altro che terra di missione. Terre inesplorate, territori impervi
densi di pericoli ed infidi trabocchetti. Rimanere impigliati in un ritardo
significa dovervi trascorre giorni e notti, magari all'addiaccio, senza il conforto
di una voce amica.
È intelligente ma è svogliato,
potrebbe fare di più. Così una volta gl'insegnanti dicevano agli ansiosi
genitori per spiegare che il loro figlio era un pò somaro. Potreste fare di
più, adesso dicono i genitori agli insegnanti. Forse fare il vostro lavoro con
più serenità, accettando l'idea che se gli aliscafi non partono si può anche
rimanere una sera sull'isola. Decidere di andare al lavoro proprio quando
minaccia mal tempo ed i collegamenti sono a rischio, per evitare così di abbandonare
la scuola per giorni al suo destino. Concepire il proprio lavoro come un
servizio pubblico essenziale, come quello del medico o del poliziotto. Avendo
cura di osservare che il proprio comportamento, nel bene e nel male, sarà
considerato esemplare da adolescenti che stanno formando il loro carattere e la
loro coscienza civica.
Coraggio, il tempo sembra
volgere al bello. Tutto tornerà regolare anche a Malfa, anche a Stromboli. Poi
arriveranno le vacanze di Natale, se ne riparlerà al ritorno. Se se ne riparlerà.
Lino Natoli
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