I 20 mila dipendenti della Regione oggi non hanno ricevuto lo stipendio. La tradizionale scadenza del 27 sarà rinviata, nella migliore delle ipotesi, di un paio di settimane: se ne riparlerà fra il 5 e il 10 febbraio. E andrà peggio ad altri 40 mila dipendenti di una galassia di circa 200 enti, consorzi e agenzie che gravitano nell’orbita della Regione: nessuno, neppure il governo, è in grado di calcolare in questo momento chi non riceverà lo stipendio e per quanti mesi. È l’immagine di quello che Rosario Crocetta descrive come «l’embargo finanziario in cui è caduta la Sicilia».
L’impugnativa quasi integrale della Finanziaria (34 dei 48 articoli) da parte del Commissario dello Stato provocherà già oggi i suoi effetti più evidenti. Il prefetto Carmelo Aronica ha contestato alla Regione la previsione di maggiori spese per 570 milioni che non avrebbero copertura e che invece verranno dirottati in un fondo rischi che servirà a colmare un buco presumibile di tre miliardi: è il valore dei cosiddetti residui attivi che il governo iscrive in bilancio ma che la Corte dei Conti ritiene di fatto non esigibili perchè frutto di crediti o tasse non riscosse da più di 15 anni
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