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domenica 20 giugno 2010

Tirrenia. Mediterranea holding. La cordata è pronta.

(fonte shippingonline.it) È pronta la cordata Mediterranea Holding per la privatizzazione di Tirrenia con l’ingresso a sorpresa della famiglia Busi Ferruzzi. Ieri, secondo quanto risulta a Radiocor, è stata definita la compagine azionaria della newco che avrà Regione Siciliana e gli armatori Tomasos di Ttt Lines come azionisti principali. Mediterranea Holding, presieduta da Salvatore Lauro e che avrà Alexandros Tomasos come amministratore delegato, vedrà la Regione Siciliana al 37%, Ttt Lines al 33,5%, il gruppo Lauro al 18,5% e Isolemar (che raduna alcuni piccoli imprenditori campani) all’8%. Il restante 3% sarà detenuto dai Busi Ferruzzi, famiglia che controlla la Sibeg, azienda di imbottigliamento e distribuzione della Coca Cola in Italia. Sibeg è presieduta da Maria Cristina Busi Ferruzzi, moglie di Arturo Ferruzzi, cognato di Raul Gardini, protagonista della finanza tra gli anni 80 e 90.
All’alleanza, che presenterà un’offerta vincolante per Tirrenia entro il 28 giugno, si aggiungerà presto anche la Gestioni armatoriali di Nicola Coccia, probabilmente attraverso una newco con Ttt Lines e la società dell’ex presidente di Confitarma: la quota complessiva dell’asse Tomasos-Coccia in Mediterranea resterà comunque ferma al 33,5%. L’accordo tra i soci di Mediterranea Holding, che è assistita dallo studio Legance e da Ernst&Young, prevede un periodo di lock up di un anno durante il quale non sarà possibile l’ingresso di nuovi soci. Entro la giornata di oggi, Fintecna, che controlla al 100% Tirrenia, attende dai partecipanti alla gara per la privatizzazione la comunicazione su eventuali alleanze in vista delle offerte finali di fine mese. L’offerta di Mediterranea Holding si confronterà con ogni probabilità con quella del fondo di private equity Cinven che, in Italia, controlla Avio Group.
Le reazioni. «Arturo Ferruzzi non ha assunto alcun ruolo, né diretto né indiretto» nell’acquisto avviato da Cristina e Luca Busi «nell’acquisto del 3% della società Mediterranea Holding, che parteciperà alla aggiudicazione del controllo di Tirrenia». Lo affermano, in una nota congiunta, i due imprenditori, commentando notizie di stampa, e precisando di «avere promosso l’iniziativa per il tramite di Acies srl, società integralmente ed esclusivamente» da loro controllata.

IL COMMENTO : Tirrenia, attenzione al rischio Sicilia
(fonte shippingonline) La sentenza della Corte Giustizia europea che nei giorni scorsi ha riaperto il caso delle sovvenzioni di cui ha beneficiato Tirrenia dal 1976 al 1980, non interferirà con il processo di privatizzazione della compagnia: gli oneri relativi al passato, ricadranno comunque sul governo e non sul futuro acquirente. Dalla sentenza della Corte del Lussemburgo, emerge che il fallimento della società genovese Traghetti del Mediterraneo sarebbe stato determinato dal dumping attuato da Tirrenia in quegli anni nei collegamenti con la Sicilia e con la Sardegna. Sarà il giudice del rinvio a stabilire se, in assenza di una contabilità separata per le sue diverse attività, Tirrenia abbia effettivamente utilizzato gli introiti delle attività di cabotaggio sovvenzionate, a vantaggio di attività svolte su altre linee. Si tratta di una questione da non sottovalutare, che potrebbe anche aprire una nuova procedura di infrazione. Ma il punto, oggi, è soprattutto evitare che la privatizzazione della compagnia di Stato si trasformi in una nuova beffa, sia per le casse pubbliche che per i consumatori.
È lecito supporre che se ad acquistare Tirrenia sarà una cordata finanziata principalmente dalla Regione Sicilia, si tratterà di un’operazione assistita, che non offrirà vantaggi al mercato liberalizzato e comporterà l’apertura di un contenzioso infinito. I precedenti non sono incoraggianti. Nel mondo dello shipping, il fondo Cape - Regione Siciliana si è già fatto conoscere per il suo controllo su T-Link, una compagnia di cabotaggio che, come ha denunciato in Parlamento alla fine dello scorso anno il deputato Leoluca Orlando, si è rivelata «fallimentare dal punto di vista imprenditoriale e completamente scollegata da ogni ipotesi di progetto, al punto tale da produrre tra i 12 e i 14 milioni di euro di perdite nell’arco di sei mesi». È una vicenda sulla quale né il governo né la Regione Sicilia hanno ancora fatto chiarezza. Per Tirrenia, la prossima settimana potrebbe essere decisiva.
Il ministro Matteoli ha rinviato l’incontro già previsto con i sindacati, ufficialmente per disporre di maggiore tempo e consentire quindi a Fintecna e Tirrenia di acquisire nuovi elementi. In queste ore dovranno essere comunicate eventuali cordate, mentre le offerte vincolanti saranno presentate entro il 28 giugno. È troppo tardi per chiedere che ci venga risparmiata l’ennesima figuraccia, con la farsa dell’acquisto della compagnia di Stato da parte della Regione Sicilia?