Egr. Direttore,
superando la mia innata ritrosia ad esporre le mie opinioni, e le argomentazioni a loro supporto, per il mezzo della stampa (o, come nel caso di specie, della informazione telematica) preferendo, da sempre, essere più diretto e privilegiando il contatto umano (in parole povere: non le mando a dire, le dico) ho deciso di spendere qualche parola su quella "parodia di convegno" che è stato l'incontro del 17 u.s. presso il Palacongressi di Lipari sul tema dell'istituendo (forse) Parco Nazionale delle Isole Eolie.
Intando va rilevato il fallimento di partecipazione popolare - ne ha dato atto anche il Suo giornale on line laddove, correttamente, quantifica in un centinaio (invero ne ho contati personalmente 136) di presenti la platea; se poi consideriamo che tale numero comprendeva anche i relatori - che non hanno trovato posto al tavolo del moderatore - e gli accompagnatori, nonostante gli sforzi "telefonici" dell'Assessore Finocchiaro (soggetto che, personalmente, ritengo oltremodo serio e degno di stima) di coinvolgere il maggior numero possibile di partecipanti anche dalle isole minori, credo che il comunicato stampa del Comune di Lipari sul "Trionfo" della manifestazione si copra di ridicolo da sè medesimo.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma dov'erano i 4.050 (invero il totale sfiora le 5.000 firme) firmatari della petizione "NO al Parco" promossa dall'Associazione "La Voce Eoliana"?
La risposta è di una semplicità disarmante: nel corso delle nostre ultime, partecipate, riunioni, la Gente si era espressa per un giustificato disinteresse al convegno essendo convinta che si sarebbe trattato di una semplice passerella di personaggi appositamente invitati per "vendere" il prodotto parco ad una platea spesso poco informata sulle problematiche della delicata materia e nell'ambito del quale la presenza del Ministro dell'Ambiente fungeva da semplice "specchietto per le allodole (tanto per restare in tema di tutela florofaunistica). Uno specchietto dimostratosi però, alla prova dei fatti, privo di appeal.
Devo dire che, ancora una volta, la saggezza popolare, in particolare quella contadina, ha avuto ragione.
Abbiamo assistito infatti ad una indecorosa pantomima ove un ministro della Repubblica, da buon politico, ha parlato a lungo nel corso dei suoi due interventi, riuscendo - come da prassi - a non dire assolutamente nulla di concreto se non che il parco si farà perchè previsto da una legge dello Stato, anche se ha auspicato che ciò possa avvenire nella più ampia intesa con le popolazioni locali.
E' stato come dire al boia di insaponare per bene, qual gesto di cortesia nei confronti del condannato, la corda da passargli poi al collo.
Eppure il buon ministro dovrebbe sapere, e certamente sa, che qualsiasi legge si può modificare o financo abrogare ;arte in cui è insuperabile maestro il suo Presidente del Consiglio e goliardico interprete il suo collega Calderoli, piromane istituzionale; ricordate il falò degli scatoloni - peraltro fisicamente vuoti - che ha dato alle fiamme a simboleggiare le migliaia di leggi dal novello Nerore "abrogate"?
Paradossalmente più serio è stato l'intervento del senatore D'Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato, che tale ipotesi abrogatoria ha ritenuto come percorribile, naturalmente se se ne presentano le condizioni.
Ma, per tornare al convegno, è stato dato ampio ( e non contingentato) spazio ai relatori pro-parco, dal presidente di federparchi, ai direttori dei parchi delle cinque terre e dell'arcipelago toscano, mentre sobrio e stringato l'intervento di Dino Farchi, direttore del parco del Lambro. Naturalmente a senso unico anche la relazione del Dott. Arnone, funzionario apicale dell'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente.
Pochi, e, viceversa, rigorosamente contingentati, gli interventi della gente (ai quali il ministro non ha riservato soverchie attenzioni ad eccezione dell'intervento dei lavoratori ex PUMEX, che comunque peroravano la loro giusta causa e non erano, ovviamente, particolarmente interessati alla questione parco).
Purtroppo non è stata data la possibilità di ribattere alle mirabilie da mille e una notte illustrate da cotanta armata di personalità; ad esempio avremmo voluto chiedere al direttore del parco delle cinque terre che ci spiegasse il malcontento dei cittadini di Riomaggiore; perchè, ad esempio, si rifiuta sistematicamente di rendere pubblici i bilanci dell'ente parco; perchè la sentieristica del suo parco si presenta (almeno così affermano alcuni movimenti di cittadini) in totale abbandono ad eccezione della famosa "via dell'amore" per percorrere la quale si devono però sborsare cinque euro; perchè molti operatori turistici dei comuni ricadenti nell'ambito di quel parco lamentano una concorrenza sleale dell'ente che possiede in proprio, oltre a ristoranti ed alberghi, financo una agenzia turistica..... e via discettando.
Avremmo voluto chiedere alla presidente del parco dell'arcipelago toscano come mai dichiara alla stampa ( Vds. La Repubblica del 07.07. u.s.- edizione di Genova) perchè, da un lato, definisce la situazione del proprio ente, come di tutti gli altri attualmente già costituiti, oramai alla "canna del gas" per mancanza di personale e di finanziamenti (tanto da dover utilizzare il proprio computer personale, da avere un enorme arretrato nella evasione delle pratiche dei cittadini, ivi compresi i condoni e, da ultimo, da non poter più controllare, ad esempio, l'isola di Pianosa) e, dall'altro, illustra, ancora una volta, i presunti vantaggi dei parchi perorandone l'ennesima istituzione.
Avremmo voluto chiedere al presidente di federparchi cosa ne pensa della decisione del Comune di Portofino di chiedere una consistente riduzione della perimetrazione del proprio parco stante la sofferenza oramai endemica dell'economia locale a causa dei numerosi e scellerati vincoli ivi presenti; o, magari, qual'è il suo giudizio sul parco dell'arcipelago della Maddalena ove basta pagare (anche in abbonamento, una sorta di "prendi tre paghi due" nella migliore tradizione da supermercato) per potervici navigare dentro con buona pace della (presunta) tutela ambientale.
Ma tant'è!
L'importante è che la "gens" abbia ascoltato il verbo dei messia e si sia quindi "formata una opinione"; arguto eufemismo per significare che la popolazione meno conosce della questione e meglio è.
Stendiamo poi un velo pietoso sulla organizzazione del convegno con i relatori (quarda caso tutti di opinioni opposte a quelle dell'amministrazione - e del ministro) che ancora non avevano preso la parola al momento in cui "Sua santità" ha lasciato i lavori per rientrare a Siracusa, ringraziati dal moderatore per la loro semplice presenza e quindi rispediti ingloriosamente (per il Comune) a casa.
Alla violenta e legittima reazione dei pochi rimasti frettolosa e grottesca marcia indietro con i suddetti signori costretti a parlare davanti ad un uditorio oramai vuoto (erano rimaste solo una quindicina di anime).
Questa è, messa crudemente in pratica,la.... "volontà di decidere insieme alla popolazioni locali" di cui (stra)parla il ministro.
Meditate, gente, meditate!
Avv. Angelo Pajno
Presidente della Associazione "La Voce Eoliana"