Riceviamo da Caccia ambiente e pubblichiamo:
Si è svolto il 17 luglio 2010, organizzato dal comune di Lipari, il convegno dal tema "Il Parco Nazionale delle isole Eolie: profili giuridici, tecnici,ambientali, sociali ed economici".
Come da programma - di cui abbiamo già dato notizia su questo sito il 15 luglio - erano previsti gli interventi del Ministro dell´Ambiente on. Stefania Prestigiacomo, del Presidente della XIII Commissione sen. Antonio D´Alì,dell´Assessore Regionale all´Ambiente on. Roberto di Mauro e del sindaco di Lipari dr. Mariano Bruno ed a seguire un dibattito, moderato dal giornalista Ivan Trovato, che prevedeva come relatori: il Coordinatore Nazionale Associazione Italiana Wilderness avv. Giancarlo D´Aniello, l´Editorialista del sito www.ilcacciatore.com Antonio Pinotti, il Presidente Nazionale del partito Caccia Ambiente dr. Angelo Stango, il segretario Nazionale del partito Caccia Ambiente prof. Avv. Angelo Dente, il consigliere del Comune di Pantelleria dr. Leonardo Valenza, il Presidente Federparchi dr. Giampiero Sammuri, il Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre dr. Franco Bonanini, il Direttore del Parco del Lambro dr. Dino Farchi, la direttrice del Parco dell´Arcipelago Toscano Franca Zanichelli, il direttore dell´Area Marina Protetta del "Plemmirio" Siracusa.
In apertura, immediatamente, il Ministro dava una diversa impostazione ai lavori affermando che era venuta non per partecipare ad un convegno, ma per ascoltare la popolazione del luogo anche se, dopo un periodo dedicato alla ricerca del consenso, l´istituzione del parco andava comunque attuata. Sicché, dopo gli interventi del sen D´Alì, del rappresentante della Regione Siciliana (favorevoli all´istituzione del parco), dei cittadini di Lipari e dei rappresentanti dei vari Parchi Nazionali, cominciava a farsi concreto il sentore che il convegno andava verso una deriva tendente unicamente a dimostrare la faziosità di chi non voleva il parco.
E´ stato a quel punto che il Sig. Pinotti ha chiesto con forza di intervenire puntualizzando, rivolto all´On.le Prestigiacomo, che anche un Ministro della Repubblica è tenuto ad osservare leggi dello Stato, e che nella fattispecie né Lei, né i suoi predecessori hanno mai attuato il rapporto annuale sullo stato dei Parchi in Italia.Il sig.Pinotti, sempre rivolto al Ministro faceva, altresì rilevare che ben 106 deputati della sua maggioranza hanno sottoscritto un documento sullo stato disastroso dei parchi.
I lavori sono proseguiti con gli interventi del Presidente Federparchi e del Presidente del Parco delle Cinque Terre. Quindi il Ministro, dopo aver ribadito che l´istituzione del parco " è cosa buona e giusta" salutava il folto pubblico e si accingeva a lasciare il convegno per altri impegni istituzionali, tanto che il convegno veniva dichiarato concluso dal moderatore.
A questo punto succedeva un fatto incredibile: la stragrande maggioranza del pubblico cominciava ad inveire, poiché non era stata data la parola a tutti i relatori, circondando il Ministro a tal punto che occorreva l´intervento dei vigili e dei carabinieri presenti in sala.
Il nostro Presidente faceva rilevare all´On.le Prestigiacomo, che per onorare l´invito ricevuto, quale relatore, aveva fatto mille chilometri e che la cosa contrastava con la proverbiale ospitalità dei siciliani. A quel punto sia il Ministro che il Sindaco invitavano i presenti a riprendere i lavori.
I lavori riprendevano e tutti i relatori potevano parlare (da evidenziare l´intervento del coordinatore nazionale diWilderness che prospettava un diverso modo di proteggere la natura, non imbalsamandola bensì vivendola) ma la frittata era fatta, il dissenso che si voleva occultare era esploso platealmente e per giunta alla presenza del Ministro.
Quanto sopra dimostra che non si possono imporre dall´alto vincoli facendoli passare per opportunità, le persone non ci credono più, scottati come sono da tanti esempi negativi.
Il convegno terminava con una nuova proposta del sindaco di Lipari ovvero di non parlare più del Parco delle Isole Eolie, ma del Parco dei Vulcani con una estensione nettamente inferiore.
In tutto il mondo i parchi sono fonte di sviluppo, in Italia sono fonte di conflittualità, in quanto la legge istitutiva parla genericamente di protezione della natura, ma non prevede la conservazione del l´equilibrio specifico di quel determinato territorio. Tale impostazione consentirebbe che tutte le attività, ivi compresa la caccia, siano chiamate a mantenere tale equilibrio. Ciò porta alla responsabilizzazione di chi gestisce un parco in funzione di un obiettivo certo, laddove l´attuale normativa porta alla deresponsabilizzazione ed alla creazione di disequilibri.
Inoltre siamo convinti che se un territorio è meritevole di tutela e quindi rappresenta un bene nazionale, le conseguenze economiche derivanti dai vincoli che un parco comporta, devono essere ripartite tra tutta la popolazione e non solo su quella residente in tale territorio. Proviamo a ripartirli e vediamo quanti ecologisti della domenica si riterranno più tali. Esempio pratico: le isole Eolie sono state dichiarate patrimonio dell´umanità, sito UNESCO, come conseguenza è stata chiusa una fabbrica di pomice lasciando senza lavoro 60 famiglie. Per un bene che ne usufruiscono tutti pagano in pochi. Così non può funzionare, non è etico.
Caccia Ambiente sarà sempre presente in queste battaglie di civiltà e non permetterà che una cultura urbana, basata sul consumismo e sull´egoismo possa distruggere i valori che esprime la cultura della ruralità.
Ringraziamo gli amici Eoliani ed in particolar modo l´avv. Claudio Mandarano che con impegno e sacrifici stanno portando avanti una battaglia nell´interesse di tutti. Caccia Ambiente sarà sempre al loro fianco.
Caccia Ambiente
La Direzione nazionale