(Aldo Natoli) E’ fuori dubbio che la vera ricchezza di un’isola arriva dal mare, e se non valorizziamo questo settore resteremo sempre chiusi nella più squallida carenza delle nostre risorse. Ormai è evidente che l’unica risorsa a cui aggrapparsi, dopo la delusione della pomice, è il turismo e questo per potersi estendere ha bisogno di un porto sicuro e compatibile con le necessità e l’ambiente che lo circonda perché in esso s’intrinsecano e si sviluppano tutta una serie di coordinate attività intese a modificare un turismo che attualmente langue nei mesi invernali.
Portualità, servizi marittimi e progresso socio-economico quindi non possono disgiungersi ma, necessariamente si caratterizzano e s’identificano in modo da risultare una componente vitale per l’avvenire dell’Arcipelago.
In questo scorcio di anno si è parlato molto di portualità e di opere marittime, in particolar modo di quelle relative alla messa in sicurezza dell’attuale Porto di Sottomonastero. E’ ben lungi da me ritenermi un esperto di portualità e di mare, anche se la mia famiglia è stata sempre segnata, nel bene e nel male, dal mare. Ricordo che mio padre, due volte naufrago, soleva dirmi: “ a mare non c’è taverna” e “ ricordati che tutto quello che togli al mare, il mare se lo riprende”.
Due moniti che mi hanno insegnato a rispettare e temere questo grande misterioso ed affascinante patrimonio che è il mare. Quindi mi limito a fare proprio il suggerimento del Sindaco di Lipari Mariano Bruno (consiglieri, consiglio, consigliarsi), e quindi ad analizzare i fatti attraverso la voce di coloro che, come mio padre e mio fratello, quotidianamente convivono con il mare e con tutte le problematiche connesse.
Orbene il giorno 31 del mese di Marzo 2010 su invito dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lipari è stata convocata una riunione tra le persone competenti e direttamente interessate, per valutare i “Lavori di variante al consolidamento molo foraneo e realizzazione di sottoflutto e banchina mento in località Pignataro unità fisiografica Pignataro-Sottomonastero. Dopo l’intervento dell’Ing.Fabio Arena del Genio Civile OO.PP Marittime di Palermo che ha illustrato il progetto originario, e la variante effettuata, si sono registrati i seguenti interventi:
- il Comandante del locale Circomare, Giuseppe Donato, che ha chiesto all’Ing. Arena se è possibile posizionare i cinque cassoni in altra posizione, ad esempio quale prolungamento di Punta Scaliddi.
- il Comandante della “Siremar”, Damiano Russo che ha chiesto una spiegazione tecnica al Direttore dei Lavori in merito all’operatività delle navi qualora si manifestino venti del 1° quadrante richiedendo se vi potessero essere ulteriori problematiche per l’ormeggio/disormeggio/sosta al momento in cui la nave sarà ormeggiata, una volta realizzata la variante proposta.
- il Comandante Pietro Arcadi dell’”Ustica Lines” che ha fatto presente che l’aspetto della sicurezza del Porto di Sottomonastero con la realizzazione di questo progetto non viene garantita e ha sollecitato un’attenta verifica del progetto di variante da parte di operatori marittimi per evitare di trovarsi dinanzi ad un’opera che non assolve ad alcuna funzione di sicurezza, ed ha proposto di modificare totalmente il progetto per posizionare i 5 cassoni in corrispondenza del pontile a giorno in ferro, ad una distanza di mt. 170 dalla costa, in modo da garantire l’operatività di navi ed aliscafi anche con i venti provenienti dal 1° quadrante.
- il Sig. Marco La Cava in rappresentanza della “N.G.I.” che ha dichiarato che, tecnicamente, con la proposta variante, si raddoppierebbero i problemi già esistenti che causano risacca.
- il Comandante Giuseppe Merenda, ex Pilota del Porto di Lipari, che ha condiviso le perplessità manifestate dagli altri operatori marittimi ed ha sottolineato che sarebbe meglio non effettuare alcuna opera piuttosto che quella oggetto di variante.
- il Comandante Lorenzo Russo della “Siremar” che ha confermato che la variante che si intende realizzare andrebbe a peggiorare la situazione attuale e pertanto ha ribadito che la migliore soluzione d’intervento è quella proposta dal Comandante Arcadi.
- il Pratico Locale, Capitano Andrea Magazzù, che ha evidenziato che la realizzazione di tale progetto andrebbe a ridurre ulteriormente lo specchio acqueo necessario per la manovra delle navi.
- il Consigliere Comunale, Dott. Letterio Finocchiaro, delegato alla portualità dal Comune di Lipari, che ha ribadito che le problematiche sollevate dai vari interventi connesse alla realizzazione dell’opera in variante per mettere in sicurezza i Porti di Lipari alla luce di quanto dichiarato sembra che non adempi a quello che è il suo scopo iniziale, ovvero la sicurezza, e crede che si debba effettuare un ulteriore approfondimento, anche alla luce delle proposte avanzate.
Si tratta quindi di interventi qualificati che non possono che convincermi sulla necessità che non vengano effettuati i lavori di variante, così come progettati. Ma come se non bastasse la Commissione sulla Portualità riunitasi in data 6 luglio 2010, disertata dal Sindaco del Comune, ha espresso il proprio parere negativo, conformemente a quello espresso dal Consiglio Comunale “in quanto i cassoni predisposti secondo il progetto dell’Ing. Fabio Arena, (ma se la memoria non mi tradisce l’idea progettuale è stata presentata precedentemente anche da altro professionista) contribuirebbero a rendere più difficoltose le manovre delle navi con conseguenziali sosta notturna dovuta ai venti del 1° quadrante ed inoltre non gioverebbe come messa in sicurezza ai fini per cui è stata progettata.
La Commissione ha inoltre evidenziato che “l’opera così come progettata creerebbe seri problemi alle abitazioni prospicienti la Via Tenente Mariano Amendola”. Infine la Commissione ha proposto “di collocare un cassone in prolungamento di Punta Scaliddi e 4 cassoni in prolungamento dell’attuale pontile a giorno degli aliscafi”. Quindi non solo viene messa in discussione la sicurezza dell’approdo ma addirittura quella delle abitazioni prospicienti la strada comunale. Dinanzi alle motivazioni degli esperti, del Consiglio Comunale e della specifica Commissione costituita, ritengo che persistere nel voler realizzare ad ogni costo l’opera in variante significa volersi bendare gli occhi su problematiche che pongono soprattutto gli “uomini di mare”. Significa sperperare del denaro pubblico, in un momento di carestia, per realizzare un’opera che potrebbe anche avere risvolti nefasti per il Paese.
Il Direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in occasione dei danni verificatisi nel messinese ha parlato di “disastro annunciato” e di “incuria dell’uomo”. In questo momento nel Porto di Sottomonastero si stanno per coniugare entrambe le possibilità. Naturalmente sotto gli occhi impassibili del Primo cittadino che in questo caso non ama confrontarsi neppure con il suo esperto Dott. Finocchiaro, mettendo stranamente da parte il suo credo: “consiglieri, consiglio, consigliarsi”.
Addirittura ieri mentre era in corso di svolgimento il Consiglio Comunale ha convocato una riunione con il Direttore delle Genio Civile OO.PP Marittime di Palermo, Ing. Pietro Viviano, ed i responsabili del locale Circomare, senza invitare i componenti della commissione istituita. Probabilmente sarebbe stata l’occasione giusta per far conoscere all’illustre ospite le motivazioni con le quali gli esperti locali definiscono “scellerate” le scelte progettuali, che sembrano invece essere condivise dal Sindaco del Comune. Ma questa volta, in caso del verificarsi di quanto previsto, le responsabilità sono ben individuabili. E gli abitanti di Sottomonastero si costituiranno “parte civile”.