“L’anomala disparità di trattamento perpretata quest’anno dall’amministrazione regionale nei riguardi degli appassionati di caccia residenti nelle isole minori” è al centro di una lettera inviata dal sindaco di Lipari, Mariano Bruno ai colleghi delle isole minori siciliane e al senatore di Lampedusa, on. Angela Maraventano.
Il primo cittadino, evidenziando come l'assessore alle risorse agricole della Sicilia ha vietato la caccia in tutte le isole minori, in quanto interessate da rotte migratorie, ha sottolineato come “tale disposizione desta più d’una perplessità in punto di probabile violazione del principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini, giacchè non tutti i territori interessati dalle direttrici migratorie sono stati preclusi alla caccia, bensì solo le isole minori. V’è in più da considerare che la misura di divieto è il frutto di un’errata interpretazione dell’art. 21, comma 2, L. 157/1992, la cui applicabilità è discutibile e che comunque riguarda solo “le coste del continente e delle Isole maggiori”, e quindi non può riferirsi alle isole minori siciliane. Insomma, è paradossale che l’assessorato abbia clamorosamente invertito il senso della legge. Avrai certamente notato- continua Bruno rivolgendosi ai suoi colleghi primi cittadini delle isole minori siciliane- anche le conseguenze che tale assurda misura di divieto sta infliggendo alle nostre isole, sia in termini ecologici che in termini socio – economici. Il coniglio selvatico, anche in presenza di una notevole pressione venatoria, prolifera in modo abnorme nei nostri territori e costituisce una fonte di sicuro danno per le colture; danno che è destinato ad assumere proporzioni maggiori in assenza di prelievo venatorio, giacchè l’uomo costituisce l’unico predatore naturale della specie. La chiusura della selvaggina migratoria impedisce poi il consueto afflusso di appassionati, che nell’arco di quattro mesi frequentano le isole minori e contribuiscono a destagionalizzare il turismo”.
Bruno ribadendo che “ l’osservanza dei rigidi principi imposti dalla normativa comunitaria e nazionale a tutela della fauna avrebbe comunque consentito la pratica venatoria e la prosecuzione di una tradizione il cui ricordo si perde nei secoli” ha chiesto agli sindaci a nome dei cittadini del comune di Lipari di voler valutare la possibilità di associarsi, unitamente alla comunità amministrata, per le iniziative “volte a consentire, in tempi brevi, il ripristino dell’uguaglianza sinora impunemente ed immotivatamente violata, facendo fronte comune”.