Questo il testo della nota che il prof. Piermaria Luigi Rossi ha inviato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Vice Capo di Gabinetto Dr.ssa P. Lucarelli) e all’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente.
Oggetto: Parco Nazionale delle Isole Eolie.
Mi è capitato di leggere, sempre con maggiore frequenza, di una proposta di istituire un non meglio definito “Parco dei Vulcani” alle Isole Eolie, come a dire che tutto quello che non appartiene ai vulcani non dovrebbe rientrare in detto parco. Ora, vorrei sottolineare che tutte le Isole Eolie, e anche le porzioni sottomarine dell’arcipelago, sono completamente di origine e di composizione vulcanica. Si sono formate per risalita di magmi profondi fino a generare le porzioni emerse (isole) che hanno combattuto la loro esistenza tra l’erosione meteorica, l’erosione marina, l’aggressione della vita, l’antropizzazione, e continue spinte di crescita per eruzioni vulcaniche. Tale storia è iniziata (per quanto riguarda le isole) a partire da 400.000 anni fa e continua imperterrita. Tra l’altro, durante le varie fasi glaciali (18, secondo il grande studioso Emiliani, durante il solo Quaternario), quando il livello marino era più basso di 130 metri, è molto probabile che esistesse un percorso subaereo a partire da Milazzo che avrebbe permesso a piante e animali di diffondersi in tali isole. Queste flore e queste faune hanno dovuto fare i conti con rocce vulcaniche, partecipando attivamente ai processi di pedogenesi in un rapporto difficile e prolungato alla ricerca di equilibri con le stesse. L’uomo ha poi fatto la parte successiva, con il contributo positivo legato alla sussistenza (agricoltura, utilizzo dell’ossidiana, del caolino, e della pomice) e quello talvolta negativo dell’eccessivo sfruttamento del territorio.
Occorre fare notare che tutte le rocce delle Eolie appartengono a cicli evolutivi di apparati vulcanici, e che un singolo intervento che riguardi una zona anche periferica rispetto a un centro eruttivo va certamente a interferire con il delicato equilibrio geochimico e litologico dell’ampio sistema vulcanico che forma ogni isola. Ad esempio, la costruzione di un porto in una zona che può sembrare periferica e ininfluente nei riguardi dell’equilibrio dell’arcipelago, oltre a determinare una modifica paesaggistica non trascurabile, va sicuramente a creare correnti marine ad alto impatto erosivo sedimentologico che possono cambiare, in tempi anche abbastanza rapidi, i profili costieri delle isole.
A questo punto, parlare di un “Parco dei Vulcani”, in un ambiente che - come già detto - è interamente vulcanico, equivale a dire che tutto il comprensorio eoliano ne dovrebbe far parte. Un Parco Nazionale sembra pertanto l’iniziativa più appropriata per ottemperare alle esigenze di rispetto e di tutela territoriale e valorizzarne anche turisticamente la natura delle Eolie. Non dimentichiamo che sempre più gente è alla ricerca di un turismo naturalistico e che ovunque esistano vulcani attivi o recenti, le popolazioni locali si sono impegnate a realizzarvi un parco (Canarie, Azzorre, Islanda, Hawaii, eccetera), ottenendo risultati eccezionali in campo turistico perché li ha resi mete di fondamentale importanza per il turismo culturale.
Piermaria Luigi Rossi
Ordinario di Vulcanologia e Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali dell’Università di Bologna
Direttore del Parco dei Gessi dell’Emilia Romagna
Cittadino Onorario dei Comuni di Lipari e Malfa
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