(di Alessandra Magliaro) (ANSAmed) - ROMA - Delusa, furiosa e vendicativa una, dolce e docile l'altra che in italiano, come scrisse in una storica lettera di ammirazione da cui tutto cominciò, sapeva dire solo 'ti amo', entrambe innamorate dello stesso uomo.
Accadeva nel 1949 e i protagonisti sono nella storia del cinema: Anna Magnani, Ingrid Bergman e Roberto Rossellini. Francesco Patierno ha ricomposto quel triangolo amoroso per un documentario che la Mostra del cinema di Venezia presenterà nella sezione Venezia Classici. E' la guerra dei Vulcani perché tutta la vicenda si svolse alle isole Eolie con due set ad un braccio di mare di distanza: a Stromboli Rossellini con la Bergman a Vulcano la Magnani tradita. E' bastato il trailer e il nome dei tre per lanciare all'estero il film, una produzione Todos Contentos y yo tambien in collaborazione con Cinecittà Luce, Wide House, Centro Studi Eoliano, distribuito da Luce-Cinecittà. La guerra dei Vulcani sarà dopo Venezia ai festival di Toronto, Londra, New York, già venduto in 12 paesi.
"E' un documentario emotivo coinvolgente come la storia che sono andato a raccontare. La guerra dei Vulcani - dice all'ANSA Francesco Patierno - non è un documentario classico perché gli spezzoni, le scene che ho recuperato non sono quelle di attori ma di persone che in quel momento vivevano un pezzo di vita intensa. Sono storie d'amore e i protagonisti sono tra le persone più note al mondo. Il montaggio è costruito alternando spezzoni di Anna e di Ingrid, in un dialogo a distanza con Rossellini nel mezzo".
Nel 1949 Roberto Rossellini è all'apice del successo e condivide la vita artistica e affettiva con Anna Magnani, due artisti dal carattere forte. Ma una telefonata cambia il destino di quell'amore, che aveva portato al cinema il capolavoro assoluto di Roma città aperta e il successivo Amore da La voce umana di Cocteau. Alla casa di produzione Minerva era arrivata una lettera di un'attrice svedese, Ingrid Bergman, una stella di Hollywood protagonista di Notorius, Casablanca e Intermezzo, che Rossellini in quell'Italia stracciona del primo dopoguerra neppure sapeva chi fosse, come ricorda Giancarlo Governi in Nannarella (Minimum Fax). Nella lettera la Bergman scrive di aver visto Roma città aperta e Paisà e di averli apprezzati: "Se ha bisogno di un'attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco e in italiano sa dire sono 'ti amo' sono pronta a venire in Italia a lavorare con lei".
Rossellini che spera di avere con quel nome i soldi per un nuovo film comincia a risponderle, ha una grande comunicativa ed è anche un seduttore. E siccome Anna è gelosissima nasconde quelle missive, ma il pettegolezzo circola e così leggenda vuole che un giorno mentre Roberto e lei sono ad Amalfi per girare Il Miracolo, all'arrivo di un telegramma di Ingrid, la Magnani furiosa abbia lanciato gli spaghetti al pomodoro in faccia all'amato. Roberto non ha il coraggio di lasciare Anna ed è l'ipocrisia che renderà la Magnani furiosa. Va a Londra per la prima dell'Onorevole Angelina. In Italia l'arrivo della Bergman con Rossellini che la va a prendere con il mazzo di rose in mano finisce su tutti i giornali. Cominciano le riprese di Stromboli: la storia scandalosa tra la diva di Hollywood e il regista del Neorealismo fa il giro del mondo, l'America non perdona l'addio della Bergman, ma lei è innamoratissima e disposta a tutto. La Magnani per vendetta accetta di girare Vulcano. La sera della prima, nel '51, Anna si presenta sorridente con la sua risata fragorosa. Il destino vuole che sia la sera stessa del parto del primo figlio di Roberto e Ingrid. ''Il lavoro d'archivio è stato accuratissimo e la scoperta più bella - spiega Patierno - è la suggestione pazzesca che comunicano gli attori che in realtà in quel momento non interpretano proprio per niente, ma sono loro stessi". Un documentario 'neorealista' verrebbe da dire e Patierno accetta la definizione, perché a quel cinema con i suoi film, come Pater Familias, è da sempre legato. Dagli spezzoni rimontati ad arte da Patierno viene fuori "una Magnani strepitosa, da brivido, un'attrice infinita. La Bergman invece fragile, in fuga da Hollywood, ribelle per amore, accetta di girare Stromboli perché glielo chiede l'uomo di cui é innamorata, ma non c'é uno straccio di riga scritta in sceneggiatura, per la svedese uno shock. Alla fine del film - confessa Patierno - non si può non amare entrambe". (ANSAmed).
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