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giovedì 4 ottobre 2012

Tirrenia: si spacca la cordata per salvataggio


MILANO (MF-DJ)--E' scontro all'arma bianca tra i salvatori di Tirrenia. Da una parte il patron di Moby Vincenzo Onorato, che degli ex traghetti di Stato detiene una quota del 40% e dall'altra Clessidra, forte di una partecipazione del 35% in Tirrenia e azionista di minoranza con il 32% della stessa Moby.
L'oggetto del contendere, scrive MF, riguarda la gestione operativa e il rapporto con i sindacati di Tirrenia, l'ex compagnia di Stato che lo stesso armatore e il fondo promosso da Claudio Sposito hanno rilevato assieme ad altri soci di minoranza attraverso la newco Compagnia Italiana di Navigazione, salvandola da un destino segnato. Ma ieri, durante un infuocato consiglio d'amministrazione, Onorato, seppure forte del 40% di Tirrenia-Cin, e' stato messo in minoranza da Clessidra alleata per l'occasione a Gruppo Investimenti Portuali e Shipping Investment (partecipazioni tra l'altro tutte in pegno a Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Bpm e Popolare Vicenza). Da qui la decisione di Onorato, arrivata ufficialmente ieri sera, di dimettersi dal board di Tirrenia-Cin, seguito dal figlio Alessandro e dal comandante Giuseppe Savarese. Un fulmine a ciel sereno che avra' conseguenze immediate e ancora piu' gravi. Perche', secondo quanto ricostruito da MF-Milano Finanza, a breve dovrebbero dimettersi dal cda di Moby lo stesso Sposito e l'altro partner di Clessidra, Matteo Ricatti, che poi uscira' anche dal cda di Tirrenia-Cin. L'unico manager che a questo punto dovrebbe restare in entrambi i cda e' Luigi Parente, ad di Moby e consigliere di Tirrenia-Cin. Al momento fonti vicine alla vicenda sostengono che gli azionisti coinvolti, Moby e Clessidra, procederanno con la sostituzione dei loro rappresentanti. red/lab

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