Sin da giovanissimo ho creduto di
vivere in un paese civile (Italia, quindi Lipari), dove vengono applicate le
leggi, gli usi e le consuetudini locali nel rispetto di una armonia di
convivenza civile; ho capito, nel tempo, che è utopico credere nel buon senso
collettivo e malgrado il deterrente delle sanzioni penali e amministrative che
discendono dall’ applicazione delle leggi, spesso si resta insensibili alla
civiltà nel senso più ampio del sostantivo.
Alcuni comportamenti lesivi dei
diritti della collettività, talvolta si pongono in essere in buona fede, ne è
un esempio quello di confondere l’amore per gli animali con quello di piegarli
ai propri voleri nei più disparati modi.
A Lipari, si lamenta il
randagismo dei cani, io aggiungerei anche il modo sbagliato di tenerli nei
giardini o nei terrazzi delle case, dai cosiddetti padroni, legati e lasciati a guaire e a farli
incattivire.
Come è assurdo che alcuni
animalisti si lavano la coscienza portando cibo per strada ai randagi all’interno
del centro abitato (vedi situazioni zona Calandra di Canneto) costringendo gli
abitanti della contrada a sopportare i guaiti notturni e diurni degli animali e
non solo.
Da anni il Comune di Lipari tenta
di risolvere il problema, cosi mi si dice, ma senza nessun esito pratico, anzi,
il problema è sempre più evidente.
Credo che per senso di civiltà e
di civile convivenza io credo che gli animalisti (fai da te) ne gli organi
pubblici (con la loro inerzia) non possono imporre agli abitanti di quest’isola
di subire questa disgustosa, pericolosa e fastidiosa situazione.
Propongo di realizzare un canile
comunale in area idonea, di affidarlo a degli animalisti, assicurando il
sostegno per il cibo e le cure del caso per gli animali ed un recupero spese
per chi se ne occupa, di avviare con
celerità una campagna di recupero di tutti i cani randagi su tutto il
territorio comunale, di sterilizzare le cagne. Propongo inoltre di far
microcippare ogni animale tenuto nelle abitazioni private anche per essere
certi che sono curati adeguatamente ( ovvero che vengano garantiti i parametri
igienico sanitari per gli esseri umani), impartire delle direttive perentorie ai loro
padroni per eliminare i noti fastidi agli animali e agli abitanti
vicinori.
Il problema non è rimandabile,
sempre con più insistenza ci sono segnalazioni allarmanti non solo da parte dei residenti ma anche
della “famosa” utenza turistica che certo non immagina di condividere le notti
eoliane con i latrati dei cani.
Mimmo
Fonti
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