Le aree di parcheggio nell’albergo ad ore sono almeno quattro: la rosa della società civile, a sua volta divisa in outsider e candidati veri; la rosa dei politici puri, eleggibili al primo colpo grazie ad una convergenza fra due dei tre schieramenti, a sua volta divisa fra candidati graditi al Pdl-Pd, e candidati graditi al Pd-M5S (molto improbabile); la rosa dei candidati al quarto scrutinio quando bastano i voti delcentrosinistra con Scelta civica e Lega Nord; quarta e ultima rosa, i candidati a sorpresa, da iscrivere nei libri di storia, anch’essi da quarto scrutinio, preferiti dai democratici e dai grillini, che cambierebbero il corso degli eventi, mandando in pensione (e non in prigione), come suggerisce Matteo Renzi, Silvio Berlusconi.
La Regione più rappresentata, a quanto pare, nella cerchia degli aventi diritto ad una candidatura “vera”, è la Sicilia, perché dispone di due nomi – Piero Grasso e Anna Finocchiaro – che costituiscono la riserva indiana del Partito democratico, potendo soddisfare sia la domanda di società civile cara ai movimentisti, sia la domanda della politica affidabile e autorevole.
Piero Grasso ha detto che ogni qualvolta si fa il suo nome si tura le orecchie. Anna Finocchiaro ha smesso di dire qualcosa da tempo: ha più estimatori al di là dello Stretto che al di qua. Piero Grasso appartiene alla rosa dei candidati da quarto scrutinio, ma non è detto. Fosse Marco Travaglio ad assegnargli la stanza nell’albergo ad ore, entrerebbe anche nella prima rosa, quella del primo colpo, per via delle sue presunte concessioni a Silvio Berlusconi (Grasso è stato inserito a pieno titolo nella lista degli indesiderabili da Travaglio). In realtà è candidato da quarto scrutinio. Le sue chance sono buone, ma non alte. Al contrario di Anna Finocchiaro, una toga anche lei, che è stata sempre la candidata tenuta in serbo da Pierluigi Bersani, e sbandierata ai quattro venti, a fin di bene però, da Roberto Maroni, che per lei ha deciso di spendersi open air, al punto da ventilare una totale autonomia rispetto al Pdl e alle volontà del Cavaliere, che avrebbe un debole per Giuliano Amato, Massimo D’Alema e Luciano Violante, candidati tutti e tre, accettati ed accettabili per il centrodestra (e per ciò, in qualche modo bruciacchiati, se non bruciati del tutto).
Anna Finocchiaro può essere eletta al primo scrutinio, difficilmente al quarto, perché su di lei non potrebbero confluire i consensi stellati per via della sua longevità parlamentare. A suo favore, inoltre, gioca la domanda di una donna al Colle, che ha mandato in orbita Emma Bonino nel novero delle papabili.
Restando in campo femminile, si fanno anche i nomi delle ministre Severino e Cancellieri e della giornalista “d’assalto”, Gabanelli, amatissima dai movimentisti, ma sprovvista di pedegree istituzionale. In campo maschile le chance maggiori vengono attribuite a Luciano Violante, Romano Prodi, Franco Marini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebesky. Violante è un candidato da primo scrutinio, insieme a Franco Marini, gli altri da quarto scrutinio.
La Regione più rappresentata, a quanto pare, nella cerchia degli aventi diritto ad una candidatura “vera”, è la Sicilia, perché dispone di due nomi – Piero Grasso e Anna Finocchiaro – che costituiscono la riserva indiana del Partito democratico, potendo soddisfare sia la domanda di società civile cara ai movimentisti, sia la domanda della politica affidabile e autorevole.
Piero Grasso ha detto che ogni qualvolta si fa il suo nome si tura le orecchie. Anna Finocchiaro ha smesso di dire qualcosa da tempo: ha più estimatori al di là dello Stretto che al di qua. Piero Grasso appartiene alla rosa dei candidati da quarto scrutinio, ma non è detto. Fosse Marco Travaglio ad assegnargli la stanza nell’albergo ad ore, entrerebbe anche nella prima rosa, quella del primo colpo, per via delle sue presunte concessioni a Silvio Berlusconi (Grasso è stato inserito a pieno titolo nella lista degli indesiderabili da Travaglio). In realtà è candidato da quarto scrutinio. Le sue chance sono buone, ma non alte. Al contrario di Anna Finocchiaro, una toga anche lei, che è stata sempre la candidata tenuta in serbo da Pierluigi Bersani, e sbandierata ai quattro venti, a fin di bene però, da Roberto Maroni, che per lei ha deciso di spendersi open air, al punto da ventilare una totale autonomia rispetto al Pdl e alle volontà del Cavaliere, che avrebbe un debole per Giuliano Amato, Massimo D’Alema e Luciano Violante, candidati tutti e tre, accettati ed accettabili per il centrodestra (e per ciò, in qualche modo bruciacchiati, se non bruciati del tutto).
Anna Finocchiaro può essere eletta al primo scrutinio, difficilmente al quarto, perché su di lei non potrebbero confluire i consensi stellati per via della sua longevità parlamentare. A suo favore, inoltre, gioca la domanda di una donna al Colle, che ha mandato in orbita Emma Bonino nel novero delle papabili.
Restando in campo femminile, si fanno anche i nomi delle ministre Severino e Cancellieri e della giornalista “d’assalto”, Gabanelli, amatissima dai movimentisti, ma sprovvista di pedegree istituzionale. In campo maschile le chance maggiori vengono attribuite a Luciano Violante, Romano Prodi, Franco Marini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebesky. Violante è un candidato da primo scrutinio, insieme a Franco Marini, gli altri da quarto scrutinio.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.