15 aprile 1884
L’interdetto
al Cimitero
Nella lunga serie dei Vescovi di Lipari
si trovano alcuni personaggi estremamente impopolari, specie quando con
decisioni o provvedimenti discutibili o addirittura errati fecero sentire la
loro voce, che fu messa rapidamente a tacere, come nel caso dell’intervento di
Mons. Mariano Palermo (vescovo di Lipari tra il 1881 ed il 1888) il quale protestò a
tutto fiato e fulminò interdetto sul Camposanto e sulla Chiesa dei Cappuccini
di Lipari perché – secondo lui – era stata violata la sacralità di quel
Cimitero per essere stata ivi tumulata la salma di una giovane signora inglese,
protestante, deceduta a Vulcano il qualche giorno prima Costance Emily
Daughter, sposata ad A. E. Narlian (ingegnere e direttore dei lavori dell’industria
estrattiva dello zolfo a Vulcano di proprietà degli Stevenson).
Il sindaco di Lipari Emanuele Rossi (18 aprile 1824, 27 maggio 1890, primo cittadino dal
maggio 1882 al settembre 1885) non tenne in alcun conto il disumano divieto del
vescovo Mons. Palermo e senza discutere ordinò che quella sepoltura non venisse
rimossa.
La decisione del Vescovo, come nei
precedenti casi, provocò a Lipari violente polemiche e divisioni all’interno
della comunità, tuttavia, in questo caso, la bilancia pendeva tutta dalla parte
dell’Amministrazione Comunale alla luce della rigida ed intransigente posizione
del prelato.
L’interdetto sulla Chiesa e sul Cimitero
di Lipari – incredibile a dirsi – durò dal 15 aprile 1884 al 24 aprile 1888,
con tutte le conseguenze che ne derivarono. Nell’interdetto tra l’altro si
legge:
“
… i parenti di chi morrà nel bacio del
Signore, potranno, se loro piace, ordinare il funerale per il defunto in altra
chiesa, facendo ivi, se credono, trasportare il cadavere, il quale dopo la
messa di requie sarebbe riportato all’ultima dimora destinata da questo
Municipio.
Dalla Chiesa,
ove si è celebrato il funerale, sino al già Camposanto il cadavere non sarà
accompagnato da alcun sacerdote.
I morti, che
direttamente dalla loro abitazione saranno trasportati al cimitero, potranno, a
richiesta dei parenti, essere accompagnati dai Sacri Ministri, ma questi si
ritireranno appena giunti ad una manchevole distanza dal detto Cimitero.
I Reverendi
Sacerdoti, siano Secolari o Regolari, i quali contravverranno a questa Nostra
Ordinazione, oltre alle pene fulminate dai Sacri Canoni in simili casi,
resteranno “ipso facto” sospesi “a divinis” per quel tempo che Noi crederemo
opportuno.”
Si
attese la partenza dell’insensibile vescovo Palermo per “sanare” la questione.
Il
24 maggio 1888, il vicario generale della Diocesi, Tommaso Paino, pubblicava la
riconciliazione del Cimitero:
Il nostro
eccellentissimo Amministratore Apostolico, Mons. Mariano Palermo, già Vescovo
di Lipari, era ora di Piazza Armerina, annuendo alle nostre insistenze e da noi
informato che già nel Camposanto con apposita cancellata di ferro e ingresso dalla parte di tramontata si
è già segregato il sepolcro della detta Mrs. Narlian, comprendendosi oltre due cuccette superiori ed una inferiore della
detta Narlian, oltre ad una zona di terreno da servire per le urne e il terreno
segregato ove seppellire gli acattolici, con Decreto del 18 corr, degnavasi
ritirare l’interdetto dal Camposanto, e con questo il precetto sotto pena di
sospensione a divinis ai Sacerdoti di accompagnare i cadaveri nei suoi limiti,
di celebrare i funerali e i Sacri Riti nella Chiesa dei Padri Cappuccini..
Il
sindaco Emanuele Rossi chiuse la propria esperienza di primo cittadino il 28
settembre 1885. In consiglio comunale presentarono le dimissioni il Sindaco e
l’intera Giunta Municipale. Le motivazioni: “Il governo non avendo voluto accordare, per le nostre Isole i
provvedimenti sanitari atti a scongiurare l’invasione colerica, giustamente
chiesti replicatamente.” Il consiglio accolse le dimissioni del Sindaco e
riconfermò l’intera Giunta. Erano assessori, Giuseppe La Rosa, Gaetano De
Pasquale, Ferdinando Paino, Ambrogio Picone, Giuseppe Palamara. La Giunta venne
presieduta dall’assessore anziano, Giuseppe La Rosa.
Emanuele
Rossi muore a Lipari il 27 maggio 1890. Il consiglio Comunale si riunì il 31
maggio 1890 per onorare la memoria dell’ex sindaco. Il presidente presenta al consiglio la deliberazione d’urgenza della
Giunta Municipale, nella quale la detta Giunta ha deliberato che i funerali al
compianto cittadino Emanuele Rossi si fossero fatti a cura e spese del
Municipio. Il consigliere Maggiore Ferdinando chiesta la parola, commemora le
virtù del defunto sig. Rossi, cittadino probo, mente elevata, carattere
integro, ottimo amministratore e di cui il Paese ne piange la perdita. Ricorda
lo zelo e l’abnegazione del sig. Rossi nell’epoca in cui copriva la carica di
Sindaco di questo Comune e quanto egli ha lavorato per il miglioramento delle
condizioni del Municipio. Benedice la memoria dell’estinto di cui Lipari ha
fatto una irreparabile perdita.
Diversi gli interventi successivi ma tutti dello stesso tenore.
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