Sospetto caso di malasanita' a Lipari. Dopo la morte di Livio D'Ambra, sposato e padre della piccola Cristina, marittimo della societa' Siremar che a 44 anni e' stato colpito da una ischemia tronco-encefalica, i familiari hanno presentato un esposto per cercare di ottenere piena luce su quanto accaduto al pronto soccorso dell'ospedale civile delle Eolie. E' stato firmato dal cognato Salvatore Basile ed e' stato inviato al ministro della Salute, all'assessore regionale alla sanita', all'Asl 5 di Messina e del distretto di Lipari, al sindaco e al Tribunale dei diritti del malato. "Livio - ha scritto il cognato - si era recato con le sua gambe al Pronto Soccorso di Lipari verso le 8 dello scorso 30 gennaio, 'accusando' forti dolori al petto e alle spalle, e li', spiegando ogni sintomo, era rimasto sino a mezzogiorno, forse senza che fossero capite diagnosi e prognosi, praticandogli probabilmente cure non appropriate, sino a quando gli e' stato detto che poteva tornarsene a casa a 'farsi una borsa calda e una dormita". E' possibile - si domanda il congiunto - che a Lipari si rimanga al pronto soccorso 'per ore ed ore' senza 'studiare' approfonditamente il paziente, i suoi precedenti clinico/medici in base ai sintomi e senza contattare eventualmente il suo medico curante?". Dopo essere stato dimesso, Livio, accusando gli stessi sintomi era tornato in ospedale verso le 13.15, accompagnato dalla moglie Katia Raffaele. Qui, racconta Basile, "nel precipitare degli eventi qualcuno degli operatori era portato a considerarlo deceduto, poi 'preso per i capelli' e rianimato, ma con danni irreversibili, e' stato trasferito in eliambulanza a Messina, tra le 16 e le 17, e dopo essere stato pressoche' in coma per 24 giorni, e' morto il 23 febbraio".