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Il giorno è arrivato: domani scade il termine per
pagare la prima rata dell’Imu, la nuova imposta unica sugli immobili che
sostituisce la vecchia Ici ripristinando la tassazione sulla prima
casa. Diciassette milioni e mezzo d’italiani sono chiamati a versare
l’acconto della prima rata che dovrebbe portare in cassa allo Stato -
l’Imu viene riscossa dai comuni ma “girata” allo Stato per risanare i
conti del Paese Italia – circa 10 miliardi di euro per questa prima
tranche: 3,4 dalla prima casa e 5,9 dalle seconde abitazioni. In tutto,
al saldo delle varie parcellizzazioni (due o tre a seconda che si tratti
di seconda o di prima casa) l’Imu dovrebbe garantire un gettito
complessivo di 21 miliardi di euro di cui 9 direttamente nelle casse
dello Stato.
Il rischio evasione però è alto: secondo Unimprese
il 40% dei proprietari di casa potrebbe decidere di non pagare - mentre
al Nord oggi su iniziativa della Lega è partito il No Imu day –
preferendo attendere le sanzioni visto che la prima rata è calcolata
senza che i comuni abbiano effettivamente fissato l’aliquota che rischia
di essere altissima per quegli enti locali dai conti in rosso e
decisamente leggere per quelli che invece mantengono i conti a posto o
addirittura floridi. Il paradosso è che a garantire il maggiore
versamento del gettito tributario dell’Imu allo Stato saranno i comuni
più poveri e non quelli più ricchi con un evidente disequilibrio sociale
nella partecipazione al risanamento dello stato.
Per chi
paga in tre rate la prossima scadenza sarà il 17 settembre e la terza il
17 dicembre. Chi sgarra va incontro a multe salate: le sanzioni per chi
non paga l’Imu alla scadenza prevista possono arrivare al 30%
dell’importo.
Il caso Sicilia: per i contribuenti siciliani è
tempo di scadenze come per tutti gli altri cittadini italiani, ma
sull’applicazione dell’Imu anche nella nostra regione a statuto speciale
pende un ricorso alla corte costituzionale. Il tema più generale è
quello dell’autonomia finanziaria della Regione siciliana che
l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao rimarca con queste
parole: “La disciplina delle imposte locali deve essere negoziata con la
Regione perchè non può essere decisa unilateralmente dal Governo
nazionale, altrimenti è incostituzionale”. Il rischio è dunque che
mancando la contrattazione con il governo siciliano sull’applicazione
dell’Imu, l’imposta sia di fatto non valida. Ma l’assessore Armao non
invita all’evasione. Anzi: “Non posso dire, oggi, ai siciliani di non
pagare l’Imu perchè ancora non c’è una pronuncia della Corte
Costituzionale sul decreto ‘Salva Italia’, ma sulla base della
precedente sentenza della Corte si può pensare che, così come è, non è
dovuto.
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