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venerdì 20 luglio 2012

La libertà di stampa (di Lino Natoli)


Chi vive in un cortile non ha molto da temere, tranne che di prendersi troppo sul serio. Non dovendo preoccuparsi troppo dei termini di confronto, si guarda l'ombelico e crede di vedere il mondo. La polemica divampata in questi giorni di caldo insopportabile tra alcuni che scrivono sui notiziari locali e l'amministrazione comunale rischia d'inquadrarsi nel tipico schema del provincialismo, a noi così caro e così familiare. C'è chi si sente offeso e minaccia di rivolgersi a un giudice, chi fa appello nientemeno che alla libertà d'espressione. La verità è che, proprio perché viviamo tutti in un cortile, siamo molto permalosi. La nostra suscettibilità ha limiti molto bassi ed estremamente precari, per un nonnulla invochiamo i tribunali della nazione, ci appelliamo ai diritti della costituzione, persino a quelli inviolabili della persona. In effetti poi, se si guardano i fatti, non si capisce bene il motivo di tanta agitazione.
Per esperienza posso dire che chi amministra deve abbracciare la virtù della sopportazione. Nessuno viene eletto contro la propria volontà. Assumendo un ruolo pubblico bisogna accettare la sfida di confrontarsi anche con le critiche più infondate e persino le maldicenze. L'amministratore pubblico, in fondo, è una specie di sfogatoio; il servizio che gli è richiesto comprende l'imperturbabile accettazione di tutto ciò che gli viene opposto, ed il sacrificio di rispondere come e quando possibile anche alle accuse più iperboliche. Con tutto questo la difesa della libertà di stampa non c'entra proprio nulla, non mi pare che si profilino minacce di questo genere, né riesco a scorgere qualcuno capace di ammutolire le critiche o condizionarle.
I tempi cambiano, la televisione non esercita più lo stesso fascino del passato, i giornali faticano a farsi leggere, le radio locali sono pressoché estinte. Per fortuna c'è internet: grazie ai blog ciascuno si sente autorizzato a dire la propria. C'è chi lo fa più raramente, c'è chi, invece, sembra sentirsi investito da una missione. La questione vera consiste nel separare le opinioni dalle notizie, gli auspici dai fatti. Impresa impossibile nel cortile, dove tutto si mescola vorticosamente: fatti, opinioni, speranze, pettegolezzi, desideri, timori. Dove la lente distorta dell'ambiente microscopico trasforma persone in personaggi e personaggi in macchiette. Tutto questo può apparire incomprensibile per chi osserva dall'esterno, ed in effetti lo è. L'unico modo per capire ciò che avviene è ricondurre tutto all'angusto spazio del cortile. Spazio dal quale chi vi nasce difficilmente riesce ad uscire, anche se vive a chilometri di distanza.
Nonostante tutto, nonostante le esagerazioni di qualche espressione, il protagonismo di certi interventi, la vacuità di certi commenti, le vere e proprie aggressioni alla lingua italiana (l'unica veramente offesa ed autorizzata a denunciarci tutti), i notiziari locali costituiscono una risorsa preziosa anche per chi, talvolta, ne fa le spese.
La lettura e la scrittura possono produrre benefici effetti terapeutici, ma bisogna usare le stesse precauzioni che si prendono con i farmaci: non superare mai le dosi consigliate.

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