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domenica 19 maggio 2013

Si trovi la strada giusta per i fratelli Biviano (di Giuseppe Alessandro D'Angelo)

Ho avuto modo di leggere e di vedere i vari appelli rivolti dai cittadini al fine di dare un sostanziale aiuto sociale alla famiglia Biviano, palesemente abbandonata al loro stesso destino ed evidentemente bisognosa di sostegno concreto in ogni forma possibile. Anche io mi unisco al coro dei non ascoltati, ovvio, che il problema di questi ragazzi non è il problema “ben più importante” del caro benzina alle Eolie, dei Porti, dei cimiteri, delle Aiuole, del traffico, della Juventus che vince lo scudetto, delle mattonelle ben posizionate, ecc, ecc, ma bensì, è un problema atipico, un problema reale, è un problema che proprio per la sua consistenza, nessuno interroga nessuno, ed allora il grido d’allarme disperato di una famiglia che dichiara drammaticamente “o le staminali o l’eutanasia” cercando una piccola breccia nei cuori di chi “se solo volesse con un po’ di impegno” potrebbe fare qualcosa, questo grido d’allarme, si minimizza, mutando e diventando solo parole, parole al vento, parole sprecate, ma, come disse lo scrittore (Massimo Bisotti) Le nostre parole non sono mai sprecate, semmai non arrivano sempre dritte a un cuore, se non arrivano dritte a un cuore non sono sbagliate le nostre parole, è sbagliata la destinazione. Allora chiedo a chi di dovere, quale sia la giusta destinazione, al fine di poter indirizzare finalmente ed al meglio la nostra voce, le nostre parole, le nostre preghiere, in modo che possano essere ascoltate e finalmente esaudite. Strano mondo quello in cui viviamo, si diventa portavoce e paladini della giustizia per cose meno importanti e sordomuti affetti da cecità per cose importantissime e di vitale importanza, per questi motivi, chiedo a quei prelati che all’epoca fecero suonare con tanto entusiasmo le campane a festa per la politica, ove possibile, altrettanta enfasi e cristianità, per questa famiglia disperata, nulla togliendo ad entrambe e senza critica alcuna, facendole suonare, al fine di attirare l’attenzione sulla famiglia Biviano. Chiudo con un aforisma del premio Nobel per la letteratura George Bernard Shaw “Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: questa è l'essenza della disumanità”.
di Giuseppe Alessandro D'Angelo

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