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mercoledì 22 maggio 2013

“SUI TAGLI AI COSTI DEL PALAZZO, CANCELLERI MI HA FERMATO”

Antonio Venturino tira fuori le unghie. E attacca a tutto campo, rivendicando primogeniture e denunciando ostacoli, che avrebbero impedito a lui e al Movimento 5 Stelle, di portare a casa qualcosa di concreto invece che confrontarsi sugli scontrini del rimborso spese.
Il vicepresidente dell’Ars se la prende con il capogruppo di M5S, cui addebita un atteggiamento contraddittorio, due pesi e due misure per l’esattezza, e gli ricorda che “stando al regolamento avrebbe dovuto passare la mano a qualcun altro alla scadenza del semestre. Invece è rimasto dov’era, coordinatore del gruppo. Ed ha fatto bene, non si sarebbe potuto fare altrimenti”.
Stando agli annunci del Movimento, in verità, la scadenza del semestre avrebbe dovuto essere preceduta da un tour di tutti i deputati regionali nelle varie circoscrizioni elettorali siciliane per un confronto con i “cittadini del Movimento”. Non avrebbe dovuto essere una gita di piacere; tutt’altro, i deputati regionale dovrebbero ricevere il consenso al proseguimento dell’attività parlamentare o essere avvicendati in caso di pollice verso. Regole macchinose e di impossibile applicazione, ma leggibili a chiare lettere.
Venturino condivide la scelta del capogruppo Cancelleri di soprassedere anche sul suo avvicendamento, motivata dalle difficoltà burocratiche che tale decisione avrebbe causato, essendo Giancarlo Cancelleri il datore di lavoro del personale addetto al gruppo parlamentare. “Se la motivazione è corretta, e lo è sicuramente, significa che la regola è sbagliata”, ragiona Venturino, “perché sul mio conto è stata adottato un criterio di valutazione diversa”.Il patibolo per me, il buonsenso per lui: questa, più o meno, la rivendicazione di Venturino, il quale – com’è noto – fa ricadere sul movente politico  l’espulsione subita e gli insulti ricevuti da Beppe Grillo (“E’ un pezzo di m…”).
Il contenzioso non si ferma a Giancarlo Cancelleri ed ai due pesi e due misure. Il vicepresidente dell’Arsaffronta anche un argomento sensibile, i costi della politica, addebitando ancora una volta alla gestione del gruppo errori a suo avviso, gravi.
“Io volevo recepire per primo il ‘decreto Monti’ all’Assemblea regionale siciliana, saremmo stati il primo partito in Sicilia a farlo, invece di aspettare un altro anno. Si poteva risparmiare sulle indennità dalla fonte, ma il mio capogruppo Giancarlo Cancelleri mi bocciò la proposta. Ecco perché ci troviamo adesso in questa situazione. Rendicontare parte della diaria è impossibile”.
“Mi fu detto che io dovevo rispettare il regolamento firmato all’inizio della campagna elettorale – spiega ancora Venturino – ma se ci siamo accorti soltanto con il passare del tempo che lavorare in questo modo è impossibile? Ecco perché avevo proposto una modifica del regolamento”.
Ed in effetti, durante la riunione del Consiglio di presidenza, il 31 dicembre dello scorso anno, si legge che “l’on. Venturino propone di creare un apposito articolo in entrata ed uscita del bilancio interno dell’Assemblea in modo che una parte della indennità parlamentare sia restituita e riversata nel bilancio della Regione, e ricevere i versamenti volontari dei deputati da destinare ad interventi per il microcredito…. Tale fondo potrebbe essere istituito con la prossima legge finanziaria per il 2013”.

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