IL TESTO:
Vorrei fare un ragionamento pacato sul progetto
della Lipari Porto spa anche alla luce del dibattito di oggi in Consiglio
comunale. Dirò subito che condivido ampiamente la posizione
dell’Amministrazione e non solo per dovere di funzione giacché ne sono il
“portavoce” ma soprattutto perché
ritengo che quella avviata sia la strategia più consona – checché ne pensi
qualche consigliere comunale - per raggiungere
gli obiettivi che il movimento di sei-sette anni fa, “porti si, ma non
così”, si proponeva.
Allora, al di là del fatto che la procedura era
stata avviata in maniera quantomeno discutibile giacché l’approvazione in
Consiglio comunale del progetto e della decisione di creare una società con i
privati per la sua attuazione era stata mascherata nel programma triennale
delle opere pubbliche, i rilievi più importanti riguardavano le contrarietà:
-
a che il porto commerciale fosse
consegnato a una società al 70% a capitale privato,
-
la cementificazione di Marina lunga con
tutta una serie di costruzioni da destinare ad attività commerciali e a quindi
il rischio che si creasse una Lipari commerciale del porto contrapposta a
quella della città;
-
le perplessità sul progetto di Marina
corta e la preoccupazione che venisse compromesso lo skyline (il profilo,
l’immagine) di Lipari dal mare;
-
alcuni interrogativi rispetto a
Pignataro riguardo alla funzione di porto rifugio ( al di là delle
classificazioni formali) e per la sorte dei concessionari dei pontili.
Personalmente invece non ero mai stato contrario ai
porti turistici anche con partecipazione dei privati tanto che avevo
manifestato attenzione e interesse quando una società aveva proposto di
intervenire su Marina corta, senza grandi stravolgimenti.
Oggi che cosa è rimasto del famoso “megaporto” che
fece tanto discutere e creò mobilitazione e raccolta di firme fra i cittadini?
1. E’
stato cancellato per intervento regionale dal progetto il porto commerciale
perché la procedura per opere di questo tipo e completamente diversa dai porti
turistici;
2. Il
primo atto dell’Amministrazione è stato quello di dichiarare a Condotte d’Acque
spa la contrarietà a quanto previsto a Marina lunga e Bagnamare decisione che è
stata accettata dal partner privato. Naturalmente, con questa cancellazione,
sono cambiate le convenienze per cui lo stesso socio privato ha chiesto alla
Regione di intervenire, con un contributo calcolabile in circa 30 milioni di
euro per coprire la perdita di circa il 25% di posti barca. La Regione si è
riservata di rispondere perché teme una sanzione europea potendo configurarsi,
questa partecipazione, come “aiuto di Stato”. E’ vero che c’è il precedente
dell’aeroporto di Trapani il cui ampliamento è stato realizzato con contributo
regionale, ma lì si riuscì a dimostrare che l’opera avrebbe portato un grosso
incremento del turismo cosa che non è scontata nel nostro caso visto la crisi
che sta traversando il diportismo.
3. Ammesso
e non concesso che la Regione decida di intervenire e quindi il partner privato
superi le sue remore, il Sindaco ha già dichiarato che subito l’Amministrazione
porterà in Consiglio comunale la definizione di un accordo di programma fra i
soggetti interessati che a questo punto dovrebbero essere Comune di Lipari,
Regione Siciliana e Condotte d’Acque spa. Cioè una realtà completamente
capovolta rispetto al passato perché a questo punto, nella Lipari Porto spa,
gli entri pubblici potrebbero rappresentare la maggioranza del capitale ed è
con questa nuova situazione che si andrebbe a discutere e definire,
nell’accordo di programma, gli interventi riguardanti Pignataro e Marina corta.
Se invece la Regione deciderà di non intervenire con
ogni probabilità Condotte d’Acque spa recederà dalla società e probabilmente si
aprirà un contenzioso sul ripianamento del deficit e le responsabilità per il
non raggiungimento dell’obiettivo che la Lipari Porto spa si era proposto.
Una partita aperta e difficile, per quello che
possiamo comprendere, ma indubbiamente più agevole per il Comune rispetto alla
strada prospettata da molti di
denunziare la società lo scorso anno subito all’insediamento della Giunta
Giorgianni. Forse sarebbe stato un atto politico forte ma con quali riflessi
sul Comune a cui il partner avrebbe potuto attribuire la responsabilità di una
rescissione volontaria e forse anche ingiustificata se vista nella continuità
amministrativa?
Un ultima cosa. E’ stato notato da qualche
giornalista presente che l’ex sindaco Mariano Bruno, gongolava durante il
Consiglio comunale sostenendo che vedeva in aula tanti convertiti alle sue
posizioni a cominciare dalla Amministrazione. Se quello che abbiamo detto
risponde a verità non mi pare proprio che ci sia una convergenza con i misfatti
dell’Amministrazione passata. Quanto a “gongolare” io attenderei per vedere quanto
costerà al Comune di Lipari questo tentativo di rimediare ad errori del
passato, e se su questi prezzi la Corte dei Conti non avrà nulla da dire.
Michele
Giacomantonio
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