Come era prevedibile l'operazione sta creando un certo malcontento fra tutti coloro che sono "abituati" a considerare il litorale come una cosa strettamente personale dove posizionare (nella migliore delle ipotesi) in modo inammovibile ombrelloni, sdraio e lettini per tutta la stagione estiva o per la durata delle vacanze. Ovviamente senza tenere di conto che la spiaggia libera è di tutti e che ognuno deve avere la possibilità di posizionare giornalmente il proprio ombrellone, telo o sdraio, dove capita senza doversi accontentare di ciò che resta. Forti lamentele, in tal senso, si registravano già da tempo da parte di molti utenti della spiaggia, spesso cacciati via in malo modo da chi riteneva di avere "in concessione perpetua" quel tratto di "spiaggia accampamento" dove ad inizio estate aveva posizionato tutto quanto serviva per una giornata al mare.
Sappiamo, abbiamo tastato con mano, che c'è malcontento, ma ribadiamo (anche se ci inimicheremo qualcuno) che le regole, le norme vanno rispettate. Non si può parlare di illegalità quando riguarda gli altri e ribellarci, invocando scappatoie, quando veniamo toccati personalmente.
Purtroppo l'atteggiamento contestatario tenuto stasera nei confronti dei ragazzi della Guardia Costiera, che altro non stavano facendo che il proprio lavoro, applicando la normativa esistente, è la chiara dimostrazione che questo è, purtroppo, un paese dove chi vuole fare applicare le regole non è ben visto.
E' purtroppo una constatazione e un dato di fatto e la colpa non è certo dei ragazzi della Guardia Costiera ma di tutti gli altri, di tutti coloro che, in altri campi, le regole non le fanno rispettare (dall'occupazione abusiva di suolo pubblico alla guida senza casco e senza cintura, dai rifiuti abbandonati ovunque e a tutte le ore alla musica assordante oltre l'orario consentito ecc...ecc..).
Il fatto, come è stato detto stasera a Canneto, che in quest'isola esistono mille altre emergenze o priorità da risolvere, è sicuramente vero e non lo si può disconoscere.
Si spingano gli enti, gli organismi preposti a risolverle ma non si pretenda che, in attesa che queste priorità trovino soluzione, chi esercita il proprio ruolo con scrupolo debba chiudere un occhio se non tutti e due.