Funzionari regionali sono oggi a Lipari (ieri sono stati a Vulcano) per una ricognizione sul campo nei siti che dovrebbero entrare a far parte del Parco delle Eolie. Arrivano dall'assessorato regionale del territorio e dell'ambiente e sono Francesco Gendusa e Antonino La Mantia. Sono stati incaricati dal Ministero dell'Ambiente di definire le aree del parco (il "nocciolo" dovrebbero essere le SIC,ZPS e le costituite o costituende riserve) attraverso una zonizzazione e la predisposizione del regolamento. A Lipari ad accompagnarli è il geometra e consigliere comunale Gianfranco Guarino.
Dopo la ricognizione a maggio torneranno a Lipari per confrontarsi con l'amministrazione, il consiglio comunale e i cittadini.
Eolienews, per scelta, seppure informata della presenza dei funzionari e la possibilità di avere una intervista, ha optato per non realizzare l'intervista con gli stessi. Riteniamo, infatti, che, al di là del burocratese, nulla possono aggiungere a quanto già si sa e a quanto sappiamo e a quanto è stato detto e scritto in questi giorni.
E sul Parco delle Eolie-così come riportato oggi sulla Gazzetta del sud, in un articolo non a firma di corrispondenti eoliani- cresce il dissenso. Prendono posizione anche le associazioni venatorie. Il coordinatore provinciale dell'associazione "Consiglio siciliano" con sede a Villafranca Tirrena, Franco Pulitano, evidenzia come si tratti di un «pacco preconfezionato ai danni non solo dei cacciatori ma anche delle attività che hanno sempre rappresentato valori di sostentamento economico delle Eolie. Una siffatta costituzione di parco nazionale, dotato di autonomia propria, cozzerebbe con realtà quali la pesca, l'agricoltura e l'attività degli stessi operai forestali che operano nelle Eolie». Pulitano sottolinea che non si tiene conto delle leggi vigenti che stabiliscono come il territorio agro-silvo-pastorale di ogni Regione, può essere destinato a protezione della fauna selvatica per una quota del 25% di ogni Provincia. Nella fattispecie il territorio delle Eolie risulterebbe precluso in maniera abnorme all'attività venatoria, dati i vincoli già esistenti sul territorio. «L'azione dell'Assessorato al territorio, invece di salvaguardare le varie attività produttive legate all'ambiente, le potrebbe fortemente penalizzare con una definizione dei limiti del parco che probabilmente è avvenuta già "a tavolino"». Di qui la protesta.