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venerdì 9 aprile 2010

Porti e Portualità di Sottomonastero a Lipari. Dalla Gazzetta del sud di oggi

L'architetto Tusa avverte: «Massima vigilanza sui lavori previsti al porto di Sottomonastero»
Riserve del Sovrintendente del mare su approdi e scelte turistiche per le isole
Salvatore Sarpi
Lipari
I lavori di messa in sicurezza del porto liparese di Sottomonastero sono oggetto, non solo delle contestazioni dei comandanti di navi ed aliscafi e degli addetti ai lavori, i quali ritengono che l'opera creerà problemi per l'approdo e forti disagi nella limitrofa area sottoportuale, ma anche di quanti ritengono che le operazioni di posa dei cassoni possano arrecare danni all'antico porto romano rinvenuto in quei fondali.
Su queste ultime perplessità, ma anche sul progetto più ampio, della nuova portualità di Lipari interviene l'arch. Sebastiano Tusa (Sovrintendenza del mare).
Evidenziando come proprio per preservare il bene archeologico è stato deciso lo spostamento dell'opera (il molo per navi di grande stazza) al di fuori dell'area archeologica sommersa e solo dopo concessa l'autorizzazione, ha anche sottolineato che si è «stabilito che lo scavo per il posizionamento dei cassoni del molo nella zona più prossima (ma sempre esterna all'area archeologica) venga eseguito non con benna bensì con idrovora al fine di un maggior controllo per eventuali scoperte fortuite. L'uso delle "benne" è stato autorizzato al di fuori dell'area archeologica».
Ha anche annunciato una vigilanza quotidiana da parte della Sovrintendenza del mare. «Tale autorizzazione– continua Tusa – non riguarda l'intero progetto portuale, bensì la sola costruzione del molo in questione. Tutte le altre operazioni rientranti nella realizzazione del progetto più ampio del porto dovranno essere vagliate con molta attenzione al fine di respingerle, modificarle o, eventualmente, autorizzarle. È chiaro che la nostra competenza primaria ed esclusiva, riguarda esclusivamente il mare. Pertanto valuteremo e rilasceremo pareri solamente su tutto ciò che verrà realizzato al di sotto del livello marino. Il resto (tutto ciò che emerge ed è di interesse paesaggistico) è di competenza della Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Messina».
L'architetto Tusa si sofferma a "livello personale" sul progetto più ampio del nuovo porto di Lipari. «D'accordo con tanti cittadini ed esponenti della cultura – afferma – ritengo il progetto del nuovo porto, da realizzare nell'area tra Sottomonastero e Pignataro, fortemente invasivo soprattutto per due motivi. Da un lato la scomparsa del tipico paesaggio eoliano, rappresentato dalla spiaggia a ciottoli immediatamente davanti le basse case costiere con le barche tirate in secco, rappresenta una perdita di un valore paesaggistico ed umano di grande rilievo che comprometterà per sempre la percezione identitaria di una delle porzioni più significative di Lipari e delle Eolie: il suo capoluogo.
Perdere questa identità in favore di ampie banchine fortemente invasive sarebbe una perdita incalcolabile ed irreversibile. Un'altra considerazione da semplice cittadino sensibile ai valori della storia, della cultura e della nostra identità- continua Tusa- è legata al costruendo molo per navi da crociera di Sottomonastero e riguarda l'opportunità di permettere alle grandi navi da crociera di approdare a Lipari. Ritengo tale possibilità non una "opportunità" bensì una disgrazia. Si avranno vere e proprie "invasioni" improvvise di migliaia di persone e l'impatto visivo orribile di enormi "grattacieli" galleggianti a contatto di pochi metri dalle splendide e delicate architetture naturali ed antropizzate dell'Acropoli di Lipari, a fronte di risicati vantaggi economici. Sono convinto fortemente che il futuro del turismo nelle piccole isole non debba passare per l'aumento vertiginoso delle presenze, ma sulla sua qualificazione culturale ed ecocompatibile che vuol dire incremento qualitativo e non quantitativo pena la loro completa distruzione con all'orizzonte il deserto culturale ed il disastro economico. Queste considerazioni- conclude Tusa- sono del tutto personali e non attengono alla nostra competenza che riguarda la tutela del patrimonio culturale sommerso che, comunque, in ottemperanza alle norme vigenti, difenderemo senza sconti. Mi auguro, comunque, che le mie considerazioni possano consigliare i pianificatori ed i politici ad avere una maggiore oculatezza e sensibilità nella programmazione di opere e scenari futuri assolutamente incompatibili con il carattere dei luoghi della nostra memoria».