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lunedì 9 luglio 2012

Le richieste dei dati catastali e il lavoro dell'Atos. La riflessione di Saverio Merlino


I contribuenti di Lipari riceveranno, in questi giorni,  da parte del Comune – Settore 2° Economie e Finanze – Servizio 2° Tributi, una richiesta di compilazione di un modulo necessario all’Ufficio per comunicare all’Agenzia dell’Entrate i dati catastali identificativi dell’immobile presso cui è attivato il servizio di smaltimento rifiuti urbani.
Infatti, la Legge 27/12/2006, n.296 art. 1, comma 106, obbliga i soggetti che gestiscono, anche in regime di concessione, il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani, a comunicare, annualmente, per via telematica, all'Agenzia delle Entrate, relativamente agli immobili insistenti sul territorio comunale per i quali il servizio è istituito, i dati acquisiti nell'ambito dell'attività di gestione che abbiano rilevanza ai fini delle imposte sui redditi.
Nella nota che il Comune di Lipari, Servizio 2° Tributi, ha già inviato e che qualche cittadino ha già ricevuto, chiede di  provvedere alla compilazione del suddetto modello senza omettere, ovviamente, i dati catastali ovvero resa in maniera incompleta per evitare l’applicazione di una sanzione amministrativa da 285 a 2.065 €.
Già questa “monito” mi lascia un po’ di amaro in bocca, anche perché, come è successo in qualche altra circostanza (vedi altre note di altri settori comunali) si legge solo quella parte, quel comma,  della normativa che interessa.
La citata Legge  27/12/2006, n.296 art. 1, al comma 108, recita: “per l'omessa, incompleta o infedele comunicazione di cui al comma 106 si applicano le disposizioni previste dall'articolo 11 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, e successive modificazioni”
Domanda: chi deve provvedere a quanto stabilito dal comma 106?
Il cittadino o i soggetti che gestiscono, anche in regime di concessione, il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani?
E allora che cosa c’entra ammonire i cittadini di applicazione di sanzione?
Ancora  mi chiedo se la legge  27/12/2006, n.296, art. 1, comma 106, chiede ai Comuni di inviare “annualmente” i dati cos’è successo dal 2007 ad oggi?
Non sono stati mai comunicati?
Se invece sono stati comunicati, compreso, l’anno appena trascorso,  allora il Comune è in possesso dei dati necessari, quindi perché si richiedono?
Se i dati non sono stati comunicati annualmente o sono stati incompleti chi ha pagato le sanzioni di cui al comma 108?
Ritornando poi alla richiesta di compilazione del modulo è ovvio pensare che la maggior parte dei contribuenti sarà costretta a rivolgersi a tecnici per ottenere i dati necessari (codice comunale, foglio di mappa, particella, etc.) che, a parte i compensi, in questo periodo particolare della stagione (luglio e agosto) creerà non pochi problemi.
Mi viene spontanea una riflessione ma i dati raccolti dalla società ATOS, che sono costati parecchi soldi,  dove sono andati a finire?
Questa società non era stata chiamata proprio per fornire al Comune una banca dati che doveva servire  a tale scopo (allineamento tributario,  ICI e oggi IMU compreso)?
E allora perché il Comune non attinge da quella banca dati per comunicare quanto richiesto dall’Agenzia delle Entrate ai Soggetti che gestiscono il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani?
Se ciò non è possibile, anche al fine di venire incontro ai già tartassati cittadini, perché il Comune non  provvede ad istituire uno sportello “ dedicato”, dotato di tecnico e  di collegamento/internet  con il “Catasto” al fine di reperire i dati necessari alla compilazione del modulo?

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