COMUNICATO STAMPA APEI
L’associazione Pedagogisti e Educatori Italiani (www.apei.it)
lancia un preoccupato allarme al mondo delle professioni educative che
in questi ultimi decenni, ha visto un pericoloso arretramento culturale e
che ha causato l’esplodere dell'approccio clinico-farmacologico alle
problematiche educative. Tale approccio ha già causato disastrosi danni
esistenziali alla cosiddetta “Medication Generation” americana. Siamo
ancora in tempo per educare i nostri giovani ad utilizzare le loro
risorse personali per affrontare i problemi che la vita ci pone davanti,
magari con genitori educati ad educarli, con una scuola che ritorni
all’Uomo e ad i suoi valori, e non alle tre I. Una società che educa ai
valori costitutivi della stessa, alla ricerca del bene collettivo, alla
sobrietà delle scelte, eviterebbe il falso mito della pillola che da la
felicità. I nostri giovani non sono malati, depressi, iperattivi e
disattenti! Sono semplicemente giovani e vanno rispettati in tutte le
loro fasi evolutive, vanno educati con la scienza che è loro propria: LA
PEDAGOGIA. Occorre che gli educatori tornino nelle strade, nelle
scuole, nella famiglia, nei servizi. Troppo spesso sono sostituiti da
operatori con le più inadatte qualifiche. Eliminare la Pedagogia e il
lungo e faticoso lavoro educativo, significa non solo scegliere di
consegnare i nostri figli in mano alle multinazionali del farmaco, ma
soprattutto renderli farmaco-dipendenti e diseducati ai conflitti,
all’affettività, alle relazioni umane e alla famiglia.
"...Ogni bambino ha il diritto ad essere educato con la scienza che gli appartiene: la pedagogia." ( Maria Montessori )
Dott. Alessandro Prisciandaro, Pedagogista - Presidente Nazionale APEI
Dott. Samuele Amendola, Educatore - Referente locale APEI
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