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lunedì 9 luglio 2012

Per la rubrica settimanale "Il Punto": Le Eolie sono cultura


Le Eolie sono cultura
Venerdì 6 luglio abbiamo partecipato all’inaugurazione della retrospettiva emozionale “I colori della memoria”, la mostra rimarrà aperta sino al 29 luglio 2012. Le Eolie sono (anche) Cultura. La scelta degli artisti: Gianni Conti, Erina De Pasquale, Ruccio Carbone e Sergio Bongini e soprattutto, il luogo, l’ex carcere merita da parte degli eoliani una visita e la consapevolezza che la cultura, “fa” turismo, ancor più quando è prodotta da noi.
Troppo spesso ci dimentichiamo che il turismo non è soltanto sole e mare, ma nelle Eolie, si fonde con la natura e la cultura, soltanto attraverso la natura e la cultura abbiamo la possibilità di allungare la stagione e di venderla ai paesi del nord Europa. Per molti sarà, inoltre, l’occasione di visitare le ex carcere di Lipari per decenni rimaste in mistero.
Il carcere di Lipari posto all’interno del Castello è un carcere molto piccolo, circondato da alte mura: c’erano soltanto un paio di celle d’isolamento e tre grandi cameroni, uno dei quali separato da un muretto era riservato alle detenute; infine, in fondo all’ampio cortile c’era lo sgabuzzino per il guardiano.
Abbiamo fatto una serie di richieste agli storici locali e siamo riusciti a fare una piccola sintesi delle testimonianze che raccontano del nostro carcere.
I primi a raccontare delle carceri sono i confinati anarchici dell’inizio del novecento: Ettore Croce racconta che Le celle di punizione ed il carcere di Lipari rigurgitano costantemente di giudicabili e di condannati.
A distanza di un decennio ne scrive anche Luigi Vittorio Bertarelli, fondatore del Touring Club Ciclistico Italiano, che visita Lipari nel 1909. (…) Andai in Castello al cader del giorno, guidato da persona che vi ha le grandi e piccole entrate. Entrando vidi un corpo di guardia di soldati e uno di agenti di pubblica sicurezza, ed una casupola chiusa come un baule coi soliti cassettoni di legno alle finestre, sulla cui portineria, serrata solidamente è scritto “Carcere giudiziario”. È un deposito per i coatti che hanno commesso qualche reato per cui debbano essere sottoposti ad un nuovo procedimento penale. Vi è pure un carcere disciplinare, che rimase a me inaccessibile, per i coatti in punizione.
Nel corso del periodo del confino antifascista (1926 – 1932) furono centinaia i confinati che  finirono nel carcere per scontare le sanzioni inflitte dal Pretore di Lipari per infrazioni al regolamento del confino ed alla carta di permanenza.
La notte del 28 Luglio 1928 dal carcere riuscirono ad evadere quattro detenuti: Giovanni Domaschi, Giovan Battista Canepa, Mario Madri e Alfredo Michelagnoli. È l’unico caso di evasione di cui si è a conoscenza.
Il carcere è stato chiuso a metà degli anni novanta ed il personale assorbito dal Comune di Lipari.
Oggi, grazie agli organizzatori della retrospettiva ritrovano dignità di luogo “della memoria” anche per le centinaia di persone che hanno sofferto ingiuste pene detentive comminate da regime fascista per qualunque sciocchezza, anche semplicemente passeggiare in tre-quattro persone lungo il Corso Vittorio Emanuele.
Un Grazie agli organizzatori ed un invito ai nostri concittadini, approfittate dell’occasione, visitare la mostra, sarà come fare un tuffo nel nostro passato.

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