Entro la prima metà della prossima settimana avremo alcuni elementi per capire che cosa potrà accadere in Sicilia nei prossimi cinque anni dopo il voto del 28 ottobre. La proclamazione degli eletti, anzitutto, a cominciare dal presidente della Regione, poi l’insediamento del presidente e la fissazione della prima seduta dell’Assemblea regionale siciliana. Il gran gala della politica isolana, stando ai precedenti, dovrebbe svolgersi entro venti giorni dal voto.
Ci si può aspettare altro, comunque, oltre che ai rituali delle procedure. Al di delle scelte compiute dagli elettori c’è voglia, da parte di tutte le forze politiche, quelle che c’erano, e le altre che non ci sono mai state, di chiudere, almeno formalmente, con il passato. C’è un bisogno impellente, dunque, di lanciare messaggi di discontinuità. Si tratta semmai di vedere quanto di questo bisogno si tradurrà in fatti, concrete manifestazioni di volontà.
In questo clima si ascrive la scelta, da parte del presidente della regione neoeletto, Rosario Crocetta, di indire la prima conferenza stampa dedicata al “governo” della Regione nella città di Catania. È un segnale da non trascurare. Non era mai avvenuto che il debutto politico del presidente si svolgesse nella cittadina etnea. Crocetta viene da Gela, una città di confine fra Sicilia occidentale ed orientale e vive questa terzietà culturale e politica da sempre.
È un omaggio alla Milano del Sud? A Franco Battiato, che dovrebbe fare parte della compagine di governo? O c’è della gratitudine verso gli elettori catanesi, determinanti ai fini del successo? Di sicuro, Catania, con tutto ciò che vuol dire, avrà una influenza nelle decisioni del governo, quanto ne ha Palermo.
Martedì Crocetta parlerà ai giornalisti per riferire sulle decisioni già assunte e su quelle che si appresta ad assumere, a cominciare dalla squadra di governo. Alcuni nomi sono stati anticipati: Alfredo Galasso e Franco Battiato. Sul primo, tuttavia, è ancora di stabilire il ruolo. E’ più probabile che sia il consulente (non retribuito) del governatore, il suo “braccio destro”. Entri o meno in giunta, farà parte della squadra di governo.
Galasso è stato deputato regionale e nazionale, ha rappresentato la parte civile in centinaia di processi ai boss, è una icona dell’antimafia, ma anche un “non allineato”. Pochi e discreti legami con la nomenclatura del centrosinistra. Crocetta “blinda” il governo con un tecnico che ha abbandonato il fondamentalismo degli anni Ottanta.
Sorprendente l’invito rivolto a Battiato, ancor più sorprendente la disponibilità di massima del grande artista siciliano, che potrebbe avere occasione di misurarsi sul campo con i problemi della Sicilia, che ha da tempo avvistato ed illustrato talvolta con lucidità. Sarebbe una scommessa intrigante sia per Battiato quanto per Crocetta e per la Sicilia.
La Regione ha anche bisogno di una buona immagine, e Battiato, questo è sicuro, gliela regala senza pretendere nulla in cambio. L’artista potrebbe perfino chiamare a raccolta i siciliani della diaspora. Quelli che contano, e sono tanti, per dare una mano. Il Signore solo sa quanto ce ne sia bisogno oggi.
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