Sei donne, quattro assessorati al Pd, tre all’Udc. Poi i nomi importanti, come Franco Battiato, che fa immagine e anche scuola. E uomini e donne competenti, un cursus honorum stellare e fedina penale candida come un adolescente, in grado in grado di muoversi con disinvoltura nell’amministrazione regionale siciliana, l’Indianapolis di tutte le amministrazioni pubbliche del mondo
Scoprire il misterioso algoritmo di Google o la formula magica della Coca cola, richiederebbe forse minore impegno che trovare la quadra nella composizione della giunta di governo in Sicilia. È questo compito che si accinge a condurre a termine Rosario Crocetta. Non è tipo che si faccia irretire dalle difficoltà, questo lo sanno tutti, ma questa è l’ordalia: camminare sui carboni ardenti cinguettando su twitter.
Alla fine la soluzione si trova, è chiaro, ma se si tratta di un accomodamento, addio rivoluzione. Si perde la faccia nel giro di un istante. Come la fa la rivoluzione con il manuale Cencelli? Senza maggioranza a Sala D’Ercole, come fa a ignorare il parlamento regionale?
Meno deputati si coinvolgono nel governo, maggiore sarà la pressione dell’Aula sull’esecutivo. Su questo non ci piove. A meno che i nomi non lascino senza fiato, alla Battiato. E dove li trova? E anche se li trova, che fa, archivia i partiti?
C’è, infine, il gruppone degli attivisti del Movimento 5 Stelle, che in questi giorni stanno immagazzinando informazioni, competenze, consigli. Non si possono coinvolgere, ma “sedurre”, come Giancarlo Cancelleri, il portavoce, ha confessato. Una materia, la seduzione politica, in cui il governatore eccelle. Colpi di teatro, gesti clamorosi, parole e toni forti. Con il rischio di essere spiazzati dagli eventi, dalle consuetudini del parlamento, dalle regole vigenti che schiacciano sassi.
I media sciorinano nomi e cognomi, fanno calcoli di probabilità, ragionano sulle opportunità, immaginano organigrammi presenti e futuri, cercano collegamenti nell’assetto dei due Palazzi – D’Orleans e Normanni – mentre il governatore ascolta, seleziona, riceve suggerimenti, manda segnali, aspira all’eccellenza mentre gli mettono sotto gli occhi le mezze cartucce.
Il ventaglio è ampio se si sfogliano i giornali cartacei e le testate on line: Nicolò Marino, il magistrato antimafia della Dda di Caltanissetta, Lucia Borsellino e Franco Battiato. E fra gli esterni anche Linda Vancheri, Confindustria di Caltanissetta, Leandra D’Antone, docente universitaria (Storia dell’economia), Mariella Maggio, ex segretaria regionale Cgil. La nomenclatura propone Lino Leanza. Giovanni Ardizzone, Luigi Cocilovo, Franco Rinaldi, Beppe Lumia, Antonello Cracolici, Nello Di Pasquale, Franco Piro e Fabio Granata.
Come conciliare la rivoluzione, l’eccellenza, i partiti, la parità di genere?
La risposta verrà presto, ma non tanto presto.
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