Sono diventate in queste ore, “l’antistress” della politica italiana , come le palline che si stringono nelle mani. Favorevoli o contrari. Dentro o fuori. Tutto pare dipendere, all’improvviso, dal loro destino. Piccole, brutte ed insignificanti, come gli anatroccoli della favola, importanti , necessarie, da rivalutare. Ma di chi si parla? Ma come, delle Province. Il cui vero torto è forse quello di essere rimaste a metà strada, nè carne nè pesce, e di vivere una dimensione difficile, all’interno di un momento di confusione ed incertezza epocale. Ma, dentro un dibattito , fatto al solito con le consuete regole del si o del no, con poca profondità e molta contingenza, alza la mano uno che le Province le conosce bene.
Francesco Musotto, uno che sta a Palazzo Comitini, come Orlando sta al Comune di Palermo.
“Le Province sono inutili, vanno abolite. Per come sono concepite. Per quello che non riescono più a garantire in termini di produttività , e soprattutto in relazione ai costi. Sono pletoriche e costose…”.
Il suo mi pare un linguaggio da “citoyen”, più che uomo della politica…
“Proprio perché ho vissuto dentro la politica e soprattutto dentro la Provincia, posso affermarlo con tranquillità. Oggi la gente cerca trasparenza, rigore, magari lo fa con argomenti sommari ed è poco lucida, ma occorre chiedersi perché, di chi è la colpa, se siamo a questo punto”.
Presidente mi sembra più grillino di Beppe Grillo…
“Il mio è un punto di vista disinteressato e neutro. Non sono più interessato ad un partito politico, ma per tornare alla Provincia, chi amministra deve essere in grado di fornire risposte, ed invece oggi questo ente è un cimitero degli elefanti, serve da parcheggio per chi vuol rimanere attaccato alle poltrone”.
Qualcosa mi dice che lei non intende tornarci, ma non ci vorrà far credere che l’unica età dell’oro a Palazzo Comitini sia stata la sua?
Io, potrò apparire anche immodesto, ma mi sono inventato un modo di interpretare la Provincia nel territorio. Posso esserci riuscito o non esserci. Sono legato al ricordo del prof. Lorello, un grande consigliere, a Tommaso Romano. Ho anche “lanciato “ una generazione che si è affermata . Da Sammartano a Bignardelli , da Scelta a Pirillo, Marcello Caruso… Il Palermo in seria A aveva la scritta Palermo Provincia turistica…”.
Ci saranno stati anche errori?
“Tanti, ma rimpianti nessuno. Avevo un contatto costante con i Sindaci, abbiamo cercato di dare una dimensione dignitosa a molte questioni. Certo in qualche caso, non ci siamo riusciti”.
Presidente se le province sono inutili, quelle poche competenze, dalla viabilità all’edilizia scolastica, converrà che non sono secondarie?
“Bisognerà farle diventare strutture periferiche. I centri di spesa della regione sono più che sufficienti. In tempi di spending review, il risparmio è una necessità, non si può interpretare, come un metodo o una filosofia”.
Dopo di me, quindi, più o meno, il diluvio, mi pare di capire.
“Io non sono più a Palazzo Comitini dal 2008, se altri non sono stati in grado di farlo notare, non è certo colpa mia…”.
Quindi lei consiglia al governatore di andare avanti e di anticipare il governo nazionale sulla strada dell’abolizione?
“Decisamente. Oggi è tempo di coraggio, non di mezze misure”.
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