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venerdì 9 gennaio 2009

Mons. La Piana: questi tagli sono ingiustificabili. L'arcivescovo a sostegno della vertenza

«Con questa lettera desidero rendermi presente non solo con la preghiera, ma anche con un intervento ufficiale a sostegno delle comunità delle Isole Minori tutte, ed in particolare delle comunità eoliane affidatemi come Pastore, per le problematiche che stanno attraversando negli ultimi giorni».
Così comincia una lettera dell'arcivescovo metropolita mons. Calogero La Piana sulla vertenza Siremar. «Mi riferisco al discusso, quanto discutibile taglio ai trasporti marittimi da e per le Isole Eolie. Tali modalità di risparmio che lo Stato vuole attuare non sono comprensibili, viste le difficoltà che gli abitanti delle isole affrontano giornalmente, a motivo della loro peculiare situazione. I collegamenti marittimi sono l'unico modo che queste comunità hanno per poter continuare a vivere».
«Sono questi, infatti, – prosegue l'arcivescovo– che assicurano i diritti fondamentali agli abitanti quali la salute, l'istruzione e – primo tra tutti – il diritto a vivere. La già debole situazione economica che lo Stato attraversa ed in particolare le Regioni del Mezzogiorno, come la Sicilia e quindi le Isole minori, sarebbe definitivamente messa in ginocchio in modo irreversibile. La sospensione o il ridimensionamento del vettore di stato, quale è la Siremar, provocherebbe un danno irrimediabile sia dal punto di vista economico, sia occupazionale che sociale».
«Non si può pensare che una serena riorganizzazione dei servizi, che dovrà portare ad una maggiore efficienza e ad un equilibrio tra le spese e servizi dovuti, debba passare per un'immediata e drastica chiusura della compagnia. Già molte sono state le situazioni che in questi anni hanno colpito le Isole Eolie e che ancora oggi sono in assenza di dovute risposte. Non possiamo e non dobbiamo pensare che tutti debba ricondursi al mero guadagno economico. La continuità territoriale necessaria ad assicurare lo sviluppo di un territorio, ma ancor prima la crescita della comunità deve essere garantita dallo Stato».
Conclusione: « Faccio appello a quanti rivestono ruoli di responsabilità all'interno di questo problema, perché operino scelte sagge e prudenti per scongiurare danni di ogni genere e promuovere con le giuste decisioni i territori isolani espressione di vita, di cultura, di storia e di tradizioni, uniche nel loro genere e patrimonio oggi dell'umanità».