(LINO NATOLI) Ieri sera, mentre stavo nel mio ufficio a Sottomonastero, ho sentito un gran vociare che proveniva dal piazzale e dall'interno della nave Laurana occupata dai manifestanti. Prima grida confuse, poi più chiaramente si poteva udire un ritmato ed inquietante “conigli, conigli”. Non ho capito a chi fosse rivolto, ma la cosa mi ha incuriosito: cosa poteva essere successo da istigare la folla ad assegnare pubblicamente un titolo così poco onorevole? Poi, siccome le cose vanno capite sin dall'inizio, e siccome ogni parola deve avere un significato, mi sono documentato sul senso di quell'appellativo.
Chi è un coniglio? Wikipedia mi viene in soccorso dicendomi che coniglio, nome scientifico Oryctolagus cuniculus, è un leporide. Appena nato è privo di pelo, sta con gli occhi chiusi e dipende totalmente dai genitori. E' un roditore, riconoscibile dagl'incisivi pronunciati e si riproduce con proverbiale fertilità. Ma qui vanno aggiunte alcune osservazioni che la credenza popolare ci suggerisce. Il coniglio è un animale timido (non parla quasi mai in pubblico), di più, pauroso (preferisce commentare in privato con i suoi simili). Ha troppi nemici naturali (i cacciatori d'imbroglioni), quindi propenso a starsene ben rintanato (nei bar). Lascia il suo buco solo per nutrirsi, ma al primo fruscio fugge ignominosamente. Eppure è recentemente diventato anche un buon animale da compagnia (al bar appunto). I bambini lo amano perchè fa tenerezza, di fronte ad un coniglio nano che saltella per casa a nessuno verrebbe in mente di metterlo in forno (chiedergli di dimettersi dalla sua carica di animale da compagnia per diventare pranzo della domenica). Eppure ieri una folla irrequieta sembrava inseguire conigli saltellanti con la ferma intenzione di prenderli per le lunghe orecchie (altra caratteristica dei leporidi). Non è ovviamente successo niente, quando sono salito sul piazzale per dare un'occhiata era già tutto finito. Di conigli nemmeno l'ombra. Rimaneva quella moltitudine di persone che pure i conigli li apprezza, li ama, li sceglie, li adotta, li elegge a proprio simbolo salvo poi lamentarne i difetti e tentare di mangiarseli. Da oggi i conigli tornano a saltellare liberi tra i campi, i cacciatori ripongono ogni malevola intenzione. I bar (pardon!), le tane si ripopolano, tutto torna come prima. Forse non ho capito bene, forse il popolo urlava “consigli” anziché conigli. Non so. Però è triste, ma capisco i conigli che degli uomini non si fidano per nulla.