(Peppe Paino) Il problema trasporti marittimi sta distraendo il Comune di Lipari dai nodi quotidiani che sono parecchi, uno dei quali di notevole importanza: la gestione delle reti idriche. Un tesoro da capitalizzare. Dallo scorso 1 gennaio sono state restituite all'ente anche le condotte Eas, così come stabilito in luglio dall'Amministrazione prima e dal consiglio comunale dopo, concretizzando ben cinque lustri di, più o meno, pressanti richieste all'Ente acquedotti siciliani. Ma al palazzo di via Falcone e Borsellino, paradossalmente, ora non sanno da dove iniziare dal momento che, nonostante i solleciti di ottobre e novembre dello stesso Eas, non si è ancora chiarito chi e come, di fatto, dovrà gestire il delicato settore idrico liparese ed eoliano composto, va ricordato, da sette isole e che un giorno, non ancora ipotizzabile, dovrà passare nelle mani dell'Ato Me 3.
Dallo stesso Comune, nonostante siano passati sei mesi dalla decisione della Giunta e del Consiglio, hanno quindi chiesto al locale personale dell'Eas in servizio nell'isola, coordinato da Riccardo Casamento, gestore del rifornimento con le navi cisterna per tutto l'arcipelago, di continuare a fornire fino alla fine del mese in corso tutto il supporto tecnico necessario. Ciò, quanto meno, per rispondere alle telefonate degli utenti, ora tutti comunali, che chiedono lumi su volture e pagamenti di bollette e per guasti alle condotte. Dal punto di vista operativo, invece, situazione di stallo: non si trova chi possa intervenire per ripristinare tratti di strada dissestati a causa di perdite fognarie e idriche. E non potrebbe essere altrimenti perchè lo scorso 31 dicembre, dopo più di dieci anni, è scaduta la gestione di quelle che fino a qualche giorno fa erano le reti idriche comunali da parte della ditta di Nino Bellino. Urge, di conseguenza, formare una struttura comunale, anche se di transizione, per la gestione del settore. Anche perchè le condizioni di alcune strade, ad esempio Zinzolo, stanno a dimostrare come tratti di carreggiata potrebbero drammaticamente sprofondare da un momento all'altro, provocando danni alla pubblica incolumità. Per non parlare di perdite idriche che vanno avanti da mesi, a spese dei cittadini, come in via Roma.