La rabbia in piazza contro chi «vuol farci tornare indietro»
Salvatore Sarpi
Protesta forte, vibrante e civile doveva essere e così è stato. I cittadini delle Eolie hanno risposto alla grande all'appello lanciato dal comitato per i trasporti e dalle quattro municipalità eoliane e, rivendicando diritti legittimi e sanciti dalla Costituzione, così come dalle norme comunitarie, hanno posto in essere una partecipatissima manifestazione, accompagnata da uno sciopero generale che ha bloccato ogni attività. Tutto si è fermato: dalle attività commerciali a quelle di ristorazione, dagli alberghi alle scuole, dai distributori di carburante sino ai venditori ambulanti di pesce o di frutta e verdura. Proteste e rivendicazioni, portate sulle strade principali dell'isola di Lipari, sul porto e poi sin dentro il traghetto “Laurana” da oltre 2.500 persone(tantissimi e particolarmente attivi i giovani e gli studenti), ma che ha investito tutti da Salina a Vulcano, da Panarea a Stromboli, da Filicudi ad Alicudi, alla remota Ginostra. Avevano chiesto man forte i primi cittadini eoliani che a Roma dovevano incontrare il ministro Matteoli e così è stato. Messe da parte le “beghe” politiche, vere o presunte responsabilità (vi sarà tempo per parlarne e capirne di più), tutti si sono stretti a tutti. Con un unico obiettivo: non tornare indietro di quarantanni, non perdere il diritto alla mobilità, dare la possibilità alle giovani generazioni di continuare a vivere in queste isole senza ricorrere ad una nuova emigrazione frutto di una dissennata politica di chi da un lato alletta gli imprenditori locali ad aprire nuove strutture ricettive e dall'altra “taglia” i mezzi che consentono ai turisti di raggiungere le isole e popolare quelle strutture. Il corteo, snodatosi da Sottomonastero, ha visto in prima fila i gonfaloni dei quattro comuni eoliani di Lipari, Leni. Malfa e Santa Marina Salina, gli amministratori e i consiglieri comunali, i componenti del comitato di protesta per i trasporti e, come anticipato, una marea di cittadini. Una massa forte e decisa che ha poi atteso l'arrivo in porto del traghetto “Laurana”, proveniente da Milazzo e che rientra tra i mezzi che si vorrebbero “scippare” alle Eolie, per salire pacificamente a bordo, per una occupazione, fatta coincidere con i lavori non stop del consiglio comunale di Lipari allargato ai cittadini. Il tutto in attesa delle notizie provenienti da Roma. Una “occupazione” che ha vissuto due momenti particolarmente intensi in coincidenza con la diffusione della notizia che i sindaci si erano incatenati a Roma(accolta con un forte applauso) e del collegamento telefonico a viva voce con il quale il sindaco Mariano Bruno ha portato a conoscenza di tutti quello che era stato il risultato dell'incontro con il ministro Matteoli. Una comunicazione che ha portato nello stesso tempo una certa serenità ma anche la convinzione e la determinazione a non abbassare la guardia sino a quando non vi saranno fatti concreti. Una “guardia non abbassata” che si è fissata come primo impegno quello di non abbandonare il traghetto sino a quando il sindaco Mariano Bruno non giungerà a Lipari per relazionare su quanto emerso in sede ministeriale. Per chiudere una riflessione e una considerazione di un cittadino che ha preso parte ai “moti” contro i mafiosi a Filicudi e contro lo “scippo”(tentato) del Piero della Francesca. “Le Eolie oggi hanno ritrovato gli eoliani”. Salvatore Sarpi