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lunedì 13 luglio 2009

E' morto Giuseppe Alessi è stato la storia vivente dell’autonomia siciliana, protagonista del suo tempo, il testimone di una grande stagione politica

Se n’è andato l’ultimo testimone della Sicilia moderna. La sua vita è la storia dell’autonomia speciale siciliana. Le sue idee sono le idee della democrazia siciliana. Fu il padre fondatore della specialità siciliana insieme a Salvatore Aldisio, il più lucido degli uomini politici del nostro tempo. Ha rappresentato la Regione siciliana, come Presidente, negli anni Quaranta quando il Parlamento regionale iniziò l’attività legislativa. Rassegnò le dimissioni per protestare contro il governo di Roma colpevole di tradire la carta dello Statuto mantenendo i prefetti e non affidando al Presidente della Regione il comando della polizia.
Le sue battaglie autonomiste provocarono anche nel suo partito, la Democrazia cristiana, aspre polemiche. Da esse la carriera di Alessi non trasse alcun vantaggio, anzi. Oratore straordinario, una intelligenza vivacissima ed una cultura immensa, principe del foro e maestro di tanti avvocati, Giuseppe Alessi incarna la Sicilia dei nobili ideali.
Cattolico e laico, al pari di tanti democratici cristiani del suo tempo, come Alcide De Gasperi e Salvatore Aldisio, intrattenne rapporti stretti con la Chiesa senza rinunciare ad alcuna delle sue prerogative istituzionali. Di questa gelosa autonomia menò vanto sempre. Ogni volta che gli era possibile, raccontava la storia dell’autonomismo con la fierezza di un sopravissuto e con la passione di un uomo che crede ai principi, ai valori ed alle idee che ha scelto di perseguire.
Non c’è stato, e non c’è, un siciliano ed un uomo politico come Giuseppe Alessi.
Non fu solo un maestro per avvocati e uomini politici, ma anche per tanti uomini e donne che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare insieme a lui.
E’ stato il protagonista della sua epoca, per decenni il riferimento naturale di leaders di ogni parte politica. I suoi avversari lo rispettarono e lo amarono quanto, talvolta forse più, che i colleghi di partito. Era schietto, diretto. Un uomo illuminato.
Il patrimonio di pensiero e idee, la sua storia politica sono un grande patrimonio culturale per la Sicilia. Un patrimonio cui è possibile ancora oggi attingere, a patto che si abbia la sua fede e la sua passione per la democrazia e l’autonomia.
Non ci si può avvicinare a Giuseppe Alessi senza “viverne” i valori e gli ideali.
Giuseppe Alessi, una lunga carriera politica
Giuseppe Alessi era nato a San Cataldo il 25 ottobre 1905.
Iscritto a diverse organizzazioni cattoliche sin dal 1918, si laurea in giurisprudenza e svolge l'attività di avvocato.
Tesseratosi giovanissimo al partito Popolare italiano, ne conserva la tradizione durante il fascismo e nel 1944 è tra gli organizzatori della dremocrazia Cristiana siciliana.
Nello stesso anno viene nominato presidente del Comitato di Liberazione Nazionale della provincia di Caltanissetta e componente del Comitato Regionale di Liberazione.
Sindaco di San cataldo è anche membro per la compilazione dello Statuto della Regione Siciliana e della commissione Paritetica per l'attuazione delle norme per lo Statuto Siciliano.
Nell'aprile del 1947 è eletto all'Assemblea Regionale Siciliana.
Nel 1947 è il primo presidente della Regione e torna, dal 1955 al 1956 alla guida della Giunta regionale siciliana. Dal dicembre 1957 al giugno 1959 è presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Sul piano nazionale è eletto senatore nel collegio di Caltanissetta nelle politiche del 1963 nelle file della Democrazia Cristiana, partito di cui è stato membro del Consiglio Nazionale e componente Direzione Centrale.
Nel 1968 viene eletto deputato alla Camera dei Deputati.
Tra le cariche ricoperte Alessi è stato anche presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa di Caltanissetta, sindaco della Società di Navigazione Tirrenia, vice Presidente della Cassa di Risparmio V.E., nonché presidente dell'ESCAL e presidente dell'Istituto dell' Enciclopedia Italiana.
Insieme con Flaminio Piccoli è stato tra i fondatori storici del Movimento per la Rinascita della Democrazia Cristiana a partire dalla fine degli anni novanta.
Aveva 104 anni.